Acerbo: regalo ai privati
Il consigliere accusa Comune e Regione per i permessi
PESCARA. Il primo a lanciare l’allarme sui possibili effetti del Decreto sviluppo del governo Monti è stato Maurizio Acerbo. «Come purtroppo temevo», dice il consigliere di Rifondazione comunista, «gli uffici comunali stanno rilasciando i permessi richiesti dai privati in presunta attuazione del Decreto, con premi volumetrici del 20 per cento e deroghe al Piano regolatore anche per interventi che ricadono in piani attuativi». Due settimane fa, Acerbo aveva fatto una conferenza stampa proprio per spiegare i motivi per cui non avrebbero dovuto essere rilasciati i permessi. «Con l’ok alla società Pescaraporto», avverte, «possiamo dire addio al Piano particolareggiato 2. Se l’andazzo è questo, nei prossimi giorni dovrebbe essere firmato anche il permesso alla società The town, di D’Andrea e Olivieri, riguardante il piano di recupero di via Carducci».
Secondo il consigliere, l’amministrazione avrebbe autorizzato Pescaraporto «sulla base di un’interpretazione forzata e illegittima del Decreto sviluppo e questo grazie anche alla situazione determinatasi per l’inerzia della Regione». «Infatti», spiega Acerbo, «il Decreto sviluppo prevede che, trascorsi 120 giorni dall’entrata in vigore della legge 70/2011, le norme sarebbero diventate immediatamente applicabili, se le Regioni non avessero provveduto all’approvazione delle specifiche normative. Ed è quanto accaduto in Abruzzo». «Ma è da escludersi», conclude, «che si possa applicare la premialità del 20 per cento di volumetria a un piano attuativo, come quello di via Carducci e a un Piano particolareggiato».
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