Addio a Liberale, la voce poetica dei contadini

Avezzano, si è spento lo scrittore che ha raccontato le lotte dei braccianti del Fucino

AVEZZANO. Se ne va una delle voci più rappresentative della poesia nella Marsica. Romolo Liberale, classe 1922, può essere definito il massimo esponente della letteratura sulle lotte contadine nel Fucino, dove aveva combattuto finendo anche in carcere più volte.

Ma lo scrittore marsicano, nato a San Benedetto dei Marsi, è molto di più. La sua poesia ha travalicato i confini della Marsica e oggi rappresenta una voce, spesso isolata, di libertà e di laica solidarietà per il prossimo. Liberale ha lottato anche stavolta fino all’ultimo minuto sul suo campo di battaglia, cioè tra i libri e le proprie poesie, nel suo studio. Ha infatti lavorato senza sosta fino all'ultimo giorno.

Si è spento ieri pomeriggio nella sua abitazione di Avezzano, dove viveva con la moglie Mirka, da sempre al suo fianco, sia nella vita, sia nelle idee. Ci rimangono, però, le sue parole leggere, i suoi versi intensi e diretti, la sua ricerca interiore che mirava sempre al cuore. Tra i numerosi componimenti, memorabile e commovente l'“Ode ai 33 di Capistrello”, dedicata ai martiri della guerra. Liberale, carattere schietto, intelligenza sottile, sensibilità profonda e spirito libero, durante il periodo dell’occupazione nazista, dopo una breve esperienza da operaio in una officina di Roma e da contadino nel Fucino, si dedicò totalmente all’attività politico-sindacale, a causa della quale fu ripetutamente processato e arrestato.

Spiccò subito la sua attitudine alla scrittura, semplice e raffinata, profonda e coinvolgente. Le esperienze di gioventù, le lotte operaie e la militanza nei sindacati condizionarono molto la sua poetica, capace di trasmettere sensazioni che scavano nell’anima, e di illustrare visioni quasi spirituali e concrete allo stesso tempo. Non mancano nei suoi versi riferimenti alla natura e alle bellezze della sua terra, espressioni e vocaboli utilizzati in modo magistrale e ricercato, sempre originale.

Tra le sue pubblicazioni spiccano “Ce vo ne munne gnove”, 1952, “Parole all’uomo”, 1963; “Parabole”, 1971. Nel 1988, pubblica il volume "Storie iconografiche di una lotta" in cui rivivono, per immagini e commenti, i momenti salienti del movimento contadino e popolare del Fucino negli anni 1950-51 per la riforma agraria. Numerose le liriche composte nella sua sessantennale attività di scrittore e poeta. Lascia, oltre alla moglie, i figli Libero e Lionello. Oggi sarà possibile porgere l’ultimo saluto alla salma, dalle 17, nella sua abitazione in via America 60.

Pietro Guida

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