Anziano muore nella casa piena di gas
Via Battisti, stroncato a 84 anni dai fumi della caldaia. Grave anche la moglie: è ricoverata in un centro iperbarico di Roma
PESCARA. Stroncato a 84 anni dai fumi della caldaia. È successo ieri in un appartamento al sesto piano di un palazzo nel pieno centro di Pescara, in via Battisti. Alberto Di Marcantonio è morto in cucina, seduto su una sedia: davanti aveva la rubrica telefonica aperta sulla pagina del numero del figlio. Di Marcantonio si è accasciato un attimo prima di fare quella telefonata che, forse, avrebbe potuto salvargli la vita. La moglie, Franca Ciccoianni, 78 anni, è ricoverata all’ospedale Umberto I di Roma e lotta tra la vita e la morte in una camera iperbarica.
Monossido di carbonio. Finora, non c’è certezza sulla morte del pensionato e sul malore della moglie ma, per i carabinieri, il primo indiziato è il monossido di carbonio sprigionato dalla caldaia montata dentro la cucina. I primi accertamenti su Di Marcantonio svolti dal medico legale Giuliana Iachini non hanno dato risposte certe ma la diagnosi sulla moglie, appena arrivata all’ospedale di Pescara, non ha lasciato tanti dubbi agli investigatori: la morte di Di Marcantonio e il malore avvertito dalla moglie mentre si trovava distesa sul suo letto potrebbero avere la stessa causa e cioè un malfunzionamento improvviso della caldaia.
Caldaia sequestrata. Un primo controllo sull’impianto termico, eseguito dai tecnici del Pronto intervento gas e dai vigili del fuoco, non ha mostrato problemi. Così, i carabinieri, guidati dal capitano Claudio Scarponi, hanno messo sotto sequestro la caldaia in attesa di altri controlli che saranno svolti oggi sia dai vigili del fuoco, con rilevatori di monossido di carbonio, che da un tecnico esterno. L’obiettivo è verificare se da quell’impianto c’è stata una fuga di monossido di carbonio sufficiente a saturare l’appartamento di un’aria micidiale ma senza alcun odore.
Allarme in centro. A dare l’allarme è stato il figlio della coppia di pensionati: ha provato a contattare i genitori per telefono ma non ha avuto risposta. Così, è corso in via Battisti ed è salito fino al sesto piano: da sotto la porta ha visto filtrare la luce ma nessuno gli ha aperto e ha chiesto aiuto al 115. Alle 13,35, i vigili del fuoco sono entrati nell’appartamento passando dal balcone, raggiunto con un’autoscala fino a quasi 14 metri d’altezza, e rompendo una finestra. La porta era chiusa dall’interno, con le chiavi lasciate nella serratura. Di fronte, i vigili del fuoco si sono trovati Di Marcantonio già morto, vicino all’agenda telefonica. Sul piano cottura, un pentolino con dentro del sugo, forse pronto per essere cucinato a pranzo, e il gas chiuso. Poi, è stata soccorsa la moglie dell’anziano, trovata agonizzante in camera da letto.
Pensionata è grave. La pensionata non è riuscita a spiegare niente: è stata trasportata al Pronto soccorso su un’ambulanza del 118 e, poi, a causa della gravità del quadro clinico, è stata ricoverata nel centro iperbarico dell’ospedale Umberto I di Roma.
«Morte accidentale». I primi passi dell’indagine, diretta dal pm Valentina D’Agostino, portano sull’ipotesi di una «morte accidentale» legata proprio a un’intossicazione provocata dai fumi della caldaia. La tragedia ha gettato nello sconforto anche le altre 13 famiglie residenti nel condominio di via Battisti 237, proprio all’angolo con viale Muzii: tutti conoscevano quella coppia di anziani e nessuno aveva mai pensato che quella caldaia in cucina avrebbe potuto essere una minaccia.
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