moda e lavoro

Apre in Abruzzo la prima scuola per tatuaggi e piercing

Via al corso di 400 ore con medici e artisti, in aula 22 ragazzi

PESCARA. Cinque ore di lezione al giorno, 4 volte alla settimana, per più di un anno. Sarà come andare a scuola: nozioni di economia, principi di diritto e sicurezza del lavoro, elementi di anatomia, biologia e chimica. Tra i docenti un ex primario, un chimico, una sociologa e tre tatuatori. In aula 22 ragazzi con il sogno di diventare artisti dei tatuaggi. Guerino D’Agnese, direttore dell’ente di formazione Best Ideas di Francavilla, ha pensato a tutto, tranne alle telecamere: il corso in partenza a Francavilla sarebbe potuto diventare quasi un talent show alla “Amici” o un reality come “Ny ink”. «Oltre ai corsi normali come operatori socio sanitari, computer e inglese, abbiamo deciso di esplorare un altro mercato», spiega. Quello dei tatuaggi e dei piercing. Con la locandina del corso pubblicata su Facebook, le richieste si stanno già sovrapponendo: «Con gli altri corsi non avevamo mai avuto un ritorno del genere. Siamo rimasti colpiti da questa risposta: c’è un grande interesse per il settore, centinaia di ragazzi ci contattano e ci hanno chiamato anche dalle Marche». Ecco l’identikit di quelli che vogliono diventare tatuatori: età media tra i 20 e i 30 anni, studi artistici alle spalle e creatività e passione da vendere.

Il corso è l’epilogo di una rivoluzione del settore avviata da una delibera della Regione che, il 23 maggio 2014, ultimo atto della giunta dell’ex presidente Gianni Chiodi, ha introdotto l’obbligo di una qualifica per fare i tatuatori o mettere piercing. «Le pratiche di tatuaggio e piercing», dice la delibera sono «un fenomeno diffuso soprattutto tra gli adolescenti».

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Il corso – le iscrizioni scadono il prossimo 6 febbraio – non sarà una passeggiata: ha una durata di 400 ore e se la parte artistica è la più affascinante – i docenti saranno i tatuatori Lorenzo Di Bonaventura dell’Italian Style Tattoo di Montesilvano, Paolo Pisciotti del Central Studio di Pescara e Stefano Polidoro di Handmade Tattoo a Sambuceto – ci saranno da studiare anche altre materie. I docenti saranno Paolo Cappelli, già primario della Terapia emodepurativa della clinica nefrologica dell’ospedale di Chieti, Fulvia Porreca, infermiera e caposala della clinica rsa De Cesaris di Spoltore, la sociologa Annarita Guarracino, consigliera provinciale alle Pari opportunità a Chieti. Ci sarà anche un chimico. Il corso sarà diviso in 280 ore di teoria e altre 120 di stage nei laboratori dei tatuatori.

«Senza qualifica non si può più lavorare in questo settore», spiega D’Agnese, «il corso si pone come una novità in un settore già decollato e che offre possibilità di reddito davvero interessanti». Per capire le dimensioni del mercato, basta ripensare a una giornata al mare dell’estate scorsa: il numero dei tatuati cresce a vista d’occhio e le liste d’attesa dei tatuatori si allungano. Tanto per fare un esempio, uno come Di Bonaventura, considerato uno dei massimi esperti in Italia di tatuaggi realistici, ha una lista d’attesa superiore a 6 mesi. «Siamo onorati di avere un docente come Di Bonaventura», dice D’Agnese, «poi, Pisciotti e Polidoro sono altri due artisti di spessore».

Ma se la domanda cresce, aumenta anche il rischio di incappare in abusivi della professione che, grazie a manuali e ad attrezzature comprati su Internet, si improvvisano tatuatori rischiando di provocare malattie e sfregi estetici sulla pelle. Ora, però, la legge è chiara: senza qualifica non si può più operare. E anche chi ha già uno studio avviato deve adeguarsi con corsi di 90 ore – se l’anzianità di servizio è superiore a tre anni – o di 200 ore – al di sotto dei tre anni. «Si ha a che fare con la pelle delle persone ed è necessario conoscere leggi e fondamenti tecnici, scientifici e artistici. Il corso dà una qualifica che permette di ottenere un titolo spendibile giuridicamente e praticare la professione in tutta Italia». Il corso è a pagamento: «Capita», conclude D’Agnese, «che il corso se lo paghino i ragazzi ma più spesso succede che siano i genitori a finanziare. Per questo, vista la crisi, è possibile pagare anche a rate».

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