Architetti al voto tra le accuse
Tre liste escluse per irregolarità, altre tre abbandonano per protesta: resta in corsa solo Antosa
PESCARA. Polemiche, accuse e l’ombra di un possibile ricorso al Tar. In questo clima, oggi, gli architetti si presentano al voto per il rinnovo del consiglio dell’Ordine. Tre liste sono state escluse dalla commissione elettorale per aver presentato i documenti fuori tempo massimo, altre tre hanno abbandonato il campo per protesta rinunciando alla candidatura. In corsa è rimasta una lista soltanto, quella del presidente uscente Laura Antosa chiamata TrasformAzioni, sfidata da tre candidati singoli, Alessandro Lugini, Fernando Cipriani e Mariadele Colicchio.
L’aria di polemica aveva contraddistinto anche l’indizione delle elezioni con la data della prima convocazione fissata all’11 e 12 luglio scorsi: su Facebook, un post dell’ex presidente Marco Volpe aveva scatenato una selva di commenti. Adesso, è una lettera aperta degli architetti esclusi e dei rinunciatari a riaprire il caso: «L’unica certezza è la mancanza di un’ampia condotta democratica che ha caratterizzato tutta la fase di avvicinamento all’apertura delle urne», così scrivono i rappresentanti delle liste escluse, Pietro De Zio, Daniele Di Nicola e Alessia Tatangelo, e quelli che per solidarietà hanno rinunciato a presentarsi alle elezioni, Monica Carmeno, Michele Cianciaruso e Alessandro Di Fabio. La lettera è un atto d’accusa: «La scelta di un brevissimo periodo tra il ristretto consiglio che ha indetto le elezioni e la data, anzi l’orario fissato per la presentazione di eventuali candidature, assume i contorni di una condotta volta a limitare la diffusione di informazioni che avrebbero potuto e dovuto favorire la più ampia partecipazione. Sosteniamo che siano stati violati alcuni dei principi fondamentali del Codice di buona condotta in materia elettorale». La lettera prosegue: «L’eguaglianza di opportunità è stata ancor più disattesa nel momento in cui è stata incomprensibilmente anticipata di due mesi la data delle elezioni. La prevedibile conclusione è stata quindi l’agevolazione di una lista che, per pura coincidenza, riporta molti dei nomi che hanno firmato il verbale di indizione delle elezioni». Lo spettro di un probabile ricorso emerge da una frase: «La presunta irregolarità formale resta comunque da verificare nelle sedi competenti».
Le polemiche non scalfiscono Antosa: «Le liste escluse non hanno rispettato il termine previsto da un avviso pubblico. Non sono stata io a escluderle, ma una commissione elettorale imparziale. Mi farebbe piacere parlare di architettura piuttosto che di polemiche sterili. Le accuse strumentali non giovano alla nostra categoria: dobbiamo impegnarci per superare la crisi professionale e chiunque sarà confermato in consiglio dovrà lavorare per garantire i requisiti all’intera categoria. La mia risposta alle polemiche strumentali», dice Antosa, «è nei fatti: il dibattito interno è stato favorito dall’intensa attività dell’Ordine che ha organizzato numerosi incontri. Peraltro, la bontà della nostra azione è testimoniata dal fatto che la stragrande maggioranza dei colleghi si è presentata a votare». Oggi si saprà se il quorum per la seconda convocazione, fissato a 723 votanti, sarà raggiunto o se bisognerà convocare la terza chiamata del voto.
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