Arta, blitz di Fernandez nell'ufficio di un teste

La Mobile indaga su una visita del direttore e 3 dipendenti per cercare atti degli esami

PESCARA. Un blitz durato «un'ora» per cercare documenti nell'ufficio «chiuso a chiave» della dipendente Arta testimone chiave dell'accusa. Gira intorno a questo episodio, l'indagine bis della squadra mobile e della procura di Pescara sul presunto malaffare all'Arta, l'agenzia regionale per la tutela dell'ambiente, ente che controlla mare, fiumi e aria che respiriamo: 4 i testimoni ascoltati e uno di loro rischia di allungare l'elenco degli indagati.

L'indagine su presunti concorsi truccati e favori negli appalti pubblici dell'Arta va avanti con uno scatto: il pm Gennaro Varone ha chiesto alla Mobile di approfondire un fatto citato nell'ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari a carico di Antonio Fernandez, direttore amministrativo di 56 anni, residente a Teramo. Fernandez è ai domiciliari dallo scorso 23 aprile.

«INTRUSIONE».
L'episodio risale al 15 luglio 2011, dopo le prime perquisizioni della Mobile all'Arta e i primi avvisi di garanzia: «Nel corso della mattinata del 15 luglio, mentre era in malattia, Monica Ruscitti (testimone dell'accusa, ndr) era stata informata da un collega del fatto che», questa la sintesi del gip Gianluca Sarandrea, «erano entrati nel suo ufficio Fernandez e i dipendenti M.C., E.D'O. e D.S. per cercare qualcosa tra i faldoni ove erano custoditi i documenti dei concorsi dell'Arta». Un'«intrusione nell'ufficio peraltro lasciato chiuso a chiave», così la descrive il gip. A Fernandez l'accusa contesta di aver modificato una commissione d'esame per avvantaggiare un candidato: con Fernandez, sotto inchiesta ci sono la direttrice del dipartimento provinciale dell'Arta, Angela Del Vecchio, 64 anni, il presidente della commissione d'esame Nicola Colonna, 46 anni di Pisa, un precario storico dell'ente, Pietro Pellegrini, 55 anni, e l'avvocato di Chieti, Pierluigi Tenaglia, 47 anni.

COMMISSIONE.
«Fernandez», recita un altro passaggio dell'ordinanza che secondo l'accusa resta immutato anche alla luce dei nuovi accertamenti, «consapevole che la modifica della bozza dei membri della commissione d'esame sarebbe stata interpretata come attività prodromica alla guidata assunzione di Pellegrini, aveva tentato di allontanare i sospetti da sé addossandoli a Ruscitti». Poi, Ruscitti è stata trasferita a Chieti ma, ora, è rientrata a Pescara.

TESTIMONE.
Dei 4 testimoni ascoltati, 3 hanno parlato del blitz nell'ufficio di Ruscitti per cercare atti riguardanti proprio il concorso da perito elettrotecnico finito sotto inchiesta mentre uno ha affermato che la visita è stata fatta soltanto per trovare «altri atti di altri concorsi». Adesso, questo dipendente rischia di finire indagato: la sua posizione, con un rapporto già spedito in procura, è al vaglio del pm Varone e sono partiti accertamenti sui tabulati telefonici.

TENAGLIA.
Sul fronte dell'appalto per i servizi legali che costa a Fernandez e a Tenaglia l'accusa di corruzione, emerge che in un primo momento l'avvocato ha chiesto di essere ascoltato per fornire chiarimenti ma, poi, dopo un colloquio con il pm Varone, la difesa ha deciso di prendere tempo per studiare il fascicolo. Un fascicolo che contiene anche intercettazioni tra Fernandez e Tenaglia sul bando di gara da portare avanti. Poi, nel 2011, la gara d'appalto è stata sospesa due volte e, da allora, l'Arta continua a chiamare i legali sulla base di un albo interno: tra il primo novembre 2011 e il 29 febbraio scorso, l'avvocato che ha ottenuto più incarichi è Tenaglia, 15 casi per quasi 25 mila euro, più Iva.

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