Aspiranti sindaci: Alessandrini, il punto del candidato

14 Maggio 2014

Orti urbani nelle aree di dismesse. Un acquario al posto dell’ex Cofa. Un piano per raddoppiare la raccolta differenziata in tre anni, con un risparmio per le casse comunali di 2,5 milioni di euro. Sono tanti i progetti che Marco Alessandrini, 44 anni, avvocato, consigliere comunale uscente, ha pronti nel cassetto nel caso di elezione

PESCARA Orti urbani nelle aree di dismesse. Un acquario al posto dell’ex Cofa. Un piano per raddoppiare la raccolta differenziata in tre anni, con un risparmio per le casse comunali di 2,5 milioni di euro. Sono tanti i progetti che Marco Alessandrini, 44 anni, avvocato, consigliere comunale uscente, ha pronti nel cassetto nel caso dovesse essere eletto primo cittadino di Pescara. Figlio del giudice Emilio Alessandrini assassinato a Milano il 29 gennaio del 1979 da un commando di Prima linea, il consigliere Pd ha deciso di ripetere l’esperienza di candidato a sindaco del centrosinistra con sei liste, dopo aver perso la sfida 5 anni fa con Mascia, perché è convinto che ora le condizioni sono cambiate. «Colgo un clima che mi incoraggia, rispetto al 2009», dice. Alessandrini, che differenza c’è rispetto a 5 anni fa? «Oggi c’è una maggiore consapevolezza e un maggiore senso di responsabilità, visto che l’amministrazione della cosa pubblica non è cosa semplice. Ad esempio, lo stato dei conti del Comune è un aspetto aperto. Noi del centrosinistra abbiamo tentato, firmando le dimissioni due mesi fa, di mandare a casa anticipatamente Mascia e di far venire un commissario in Comune per far controllare i bilanci. Ho letto le relazioni dei revisori dei conti e ho ragione di preoccuparmi. Tra l’altro, ora si stanno spendendo tanti soldi per dei lavori pubblici dal sapore vagamente elettorale».

Non si è quindi pentito di essersi candidato di nuovo? «Questa è un’esperienza straordinaria, ma non è a costo zero. Se dovessi vincere, sarei costretto a chiudere il mio studio legale e ciò mi dispiacerebbe». Parliamo del programma. «La linea guida è quella della riqualificazione urbana, della cura della città e mi conforta sapere che queste attenzioni non sono solo nostre, ma anche dell’Unione europea. Ci sono fondi europei messi a disposizione per questi obiettivi che noi provvederemo ad intercettare. Dobbiamo dare il via a un marketing territoriale per allargare gli orizzonti del capoluogo adriatico. Per questo, domenica scorsa, ho incontrato a Pescara il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. C’è l’opportunità di avere delle relazioni con Milano in vista dell’Expo 2015».

Secondo lei, Pescara ha bisogno di grandi opere?

«Queste forme di cantieri elettorali del sindaco Mascia sono sospetti. Soprattutto da un’amministrazione che in questi anni non ha avuto disegni unitari della città. Io per riqualificare la città propongo la realizzazione di orti urbani nel cuore del centro abitato». Che cosa intende? «Orti urbani altro non sono che aree all’interno della città da destinare alla coltivazione di frutta, verdura, oppure di piante e fiori. Questo non significa solo abbellire le strade, ma ridurre le aree incolte e sviluppare una certa socialità tra i cittadini».

In questi anni i costruttori si sono lamentati perché, a loro dire, la città ha troppi vincoli. Secondo lei, il prg è da rivedere?

«Il prg pone dei limiti: 550 ettari sono vincolati. È vero che l’economia riparte anche dall’edilizia, ma dobbiamo tenere conto del consumo di suolo. Ci sono diversi capannoni dismessi che possono essere utilizzati per costruire. Non ho difficoltà ad immaginare l’applicazione del Decreto sviluppo per far costruire qualche vano in più, ma in cambio voglio la riqualificazione degli spazi pubblici».

È stato però il centrosinistra a bloccare in consiglio il progetto della Camera di commercio per riqualificare l’ex Cofa.

«Abbiamo avuto un atteggiamento di prudenza, perché in quel progetto non erano specificate le funzionalità del comparto da costruire. L’ex Cofa va riqualificato con attività turistico-ricreative. A me piacerebbe un acquario».

L’amministrazione Mascia ha intenzione di realizzare un nuovo teatro nelle aree di risulta, lei è favorevole? «L’idea di un teatro mi convince poco in questo momento. Tutte le strutture teatrali hanno difficoltà a tirare avanti. Ogni amministrazione che arriva riparte da zero per le aree di risulta. Ma perché non riprendere il progetto di Monestiroli, approvato da tutte le forze politiche in passato?».

Sul problema rifiuti che cosa propone?

«Oggi a Pescara la raccolta differenziata è al 33 per cento. Uno degli obiettivi è di raggiungere il 65 per cento e creare un impianto di trattamento dell’umido nell’area metropolitana, risparmiando 2,5 milioni in tre anni. Si possono prevedere anche sgravi fiscali». Un’ultima domanda: come voterà al referendum sulla Nuova Pescara? «Non ritirerò la scheda, perché non sono favorevole a questo referendum durante le elezioni. Dobbiamo pensare, invece, a realizzare un’area metropolitana vasta».

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