Aspiranti sindaci, De Camillis: dobbiamo rilanciare Pescara

18 Maggio 2014

Roberto De Camillis, 60 anni, presidente uscente del consiglio comunale e ora candidato a sindaco di Pescara, ha già pronti alcuni progetti per rendere più bella la città

PESCARA. «Il rilancio di Pescara deve passare attraverso la riqualificazione delle due golene. Liberiamole dalle auto per creare eventi artistici e spettacoli in grado di richiamare la gente». Roberto De Camillis, 60 anni, presidente uscente del consiglio comunale e ora candidato a sindaco di Pescara, ha già pronti alcuni progetti per rendere più bella la città. «Se non dovessi vincere le elezioni, al ballottaggio mi schiererei con il candidato intenzionato ad abbracciare il mio programma, indipendentemente dal suo colore politico».

Presidente, quali sono i punti essenziali del suo programma? «Faccio innanzitutto una premessa. Io mi sono candidato pensando prima ai pescaresi e poi a Pescara. Se il Comune avesse qualche spicciolo, lo dovrebbe investire sulle famiglie, quelle che non ce la fanno ad arrivare a fine mese. Tornando al programma, il primo grande progetto cantierabile potrebbe essere quello per risolvere i problemi del porto insabbiato. A fronte di una spesa di 250 milioni di euro prevista con il Piano regolatore portuale, io invece propongo un intervento che costa 20-25 milioni. Questo progetto, elaborato dal geologo Francesco Di Donato, prevede il taglio di 170 metri della propaggine nord della diga foranea, un altro taglio di 10 metri della parte sud della diga e l’allungamento di 170 metri del molo nord della Madonnina, con un bacino di impaludamento dove una draga dovrebbe operare ogni giorno per togliere i sedimenti».

Altre proposte contenute nel programma? «Un’altra chicca è il rilancio del centro storico. Questo dovrebbe avere una nuova delimitazione utilizzando il perimetro dell’antica Piazzaforte, cioè tra via Conte di Ruvo, ferrovia, via Caduta del Forte e ponte Risorgimento. Si dovrebbero effettuare degli scavi per riaprire i sotterranei della Piazzaforte, trasferendo il campo Rampigna. Inoltre, libererei le due golene dalle auto per organizzare lì eventi artistici. Riaprirei poi il teatro Michetti, che è la storia di Pescara».

È favorevole alla realizzazione di un nuovo teatro? «Sono assolutamente contrario. Pescara ha già abbastanza teatri: il Michetti, il Circus, il Flaiano. Perché spendere cifre iperboliche per un teatro andando ad indebitare il Comune anche per le spese di gestione? Ma il mio programma non finisce qui".

Continui pure. «Vorrei rilanciare Porta Nuova trascurata dall’amministrazione Mascia, perché si è dedicata solo alle aree centrali. Via Doria, ad esempio, dovrebbe essere pedonalizzata fino all’ex Cofa. Il vecchio mercato ortofrutticolo dovrebbe diventare come il Covent garden di Londra, con box da affittare per le attività commerciali».

È giusto, secondo lei, chiudere al traffico corso Vittorio, come vuole fare Mascia? «Quel progetto doveva essere condiviso con i residenti e le forze vitali della città, cioè i commercianti. Questi sono quasi tutti contrari a questo intervento di semipedonalizzazione».

Cosa farebbe per rilanciare il commercio in crisi? «Mi siederei attorno a un tavolo con i commercianti per condividere azioni comuni per il rilancio del settore. Ma i proprietari dei locali devono capire che gli affitti vanno abbassati. Eventualmente potranno tornare a crescere, una volta terminata la crisi». Non agirebbe sui tributi? «Qualche tassa può essere diminuita e qualche altra aumentata. Ma un eventuale aumento deve essere finalizzato a qualcosa, a qualche opera pubblica. Un sindaco deve condividere operazioni del genere con i cittadini».

È una critica a Mascia? «Mascia, in questi 5 anni di consiliatura, non ha avuto l’autorevolezza che un sindaco di una città come Pescara dovrebbe avere. Non ha mai avuto rapporti con gli imprenditori, i cittadini, i sindacati. Insomma, non ha avuto rapporti con la città e questa è una delle critiche peggiori. Ma è anche vero che in questi 5 anni ha avuto un’opposizione che non lo ha fatto governare».

Cosa pensa degli altri candidati? «Alessandrini lo ha definito bene il suo collega di partito Di Pietrantonio: è improponibile. Non ha mai seguito le attività del consiglio. È stato rispolverato dopo 5 anni, nonostante abbia già fatto il candidato sindaco nel 2009, e non si sa perché. Le primarie del centrosinistra sono state una presa in giro, le hanno anche interrotte. Il centrodestra ha i suoi problemi con due candidati sindaci. La Sabatini, del M5S, invece potrebbe avere grossi problemi a fare il sindaco, perché non conosce bene la realtà pescarese». Un’ultima domanda: cosa voterà al referendum sulla Nuova Pescara? «La Nuova Pescara dovrebbe comprendere un’area più vasta. Credo che voterò no».

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