PESCARA
Banditi rapinano Italo Lupo e la moglie
Infrangono la vetrina con uno scooter e arraffano i gioielli. Le vittime reagiscono lanciando sedie e mobili
PESCARA. Hanno cercato di difendersi in ogni modo dai rapinatori che hanno fatto irruzione nel laboratorio di Strada Comunale Piana. E gli hanno lanciato contro tutto ciò che avevano a disposizione, dagli espositori alle sedie. Fino a quando i due malviventi hanno deciso di allontanarsi, dopo aver arraffato una serie di oggetti preziosi, il cui valore è da quantificare.
È stata una serata da incubo, quella di ieri, per Italo Lupo e la moglie Patrizia Di Clemente che dopo le 19 hanno ricevuto la “visita” di una coppia di rapinatori. L’irruzione nello show room attiguo al laboratorio, in un punto appartato di strada comunale Piana, è avvenuta in maniera violentissima.
«Era quasi l’ora di chiusura, stavamo preparando per mettere tutto a posto quando abbiamo avvertito il rumore di una bomba», racconta Lupo, molto provato dall’accaduto. I rapinatori, infatti, hanno usato uno scooter Scarabeo come ariete e hanno infranto la vetrina del locale, di circa venti metri quadri, con un fragore pazzesco. «Il mezzo ha quasi investito mia moglie, distruggendo tutto», prosegue l’orafo, conosciutissimo non solo per la sua attività artigianale ma anche per l’incarico di presidente regionale della Cna, ricoperto fino all’anno scorso.
«In quegli istanti, mia moglie era al telefono con un’amica e ha cominciato a dirle di chiamare la polizia», prosegue Lupo ripercorrendo quei minuti, pochissimi, trascorsi di fronte ai due, che si sono presentati con il volto coperto da casco e sciarpa nera. Sentendo che l’allarme alle forze dell’ordine stava per partire, i rapinatori «hanno arraffato delle cose, minacciandoci con degli oggetti contundenti», ma le vittime hanno reagito subito. «Gli abbiamo tirato dietro un sacco di roba, cioè sedie, mobili e degli espositori. E mentre uno raccoglieva il motorino, l’altro ci teneva fermi e minacciava di lanciarci contro una sedia». Dopo aver raccattato i preziosi che potevano i «balordi», come li chiama l’orafo, sono spariti e poco dopo sono arrivati i carabinieri del Nucleo operativo e Radiomobile, diretti dal tenente Antonio Di Dalmazi e coordinati dal capitano Antonio Di Mauro. «Ci è andata bene», commenta Lupo che si è mostrato «coraggioso», insieme alla moglie ma, finito tutto, ha capito di aver corso un bel pericolo. Ora i carabinieri puntano a rintracciare i due, a partire dallo Scarabeo nero di cui hanno avuto una parte della targa. Un aiuto potrebbe arrivare dalle immagini delle telecamere, da esaminare oggi. E bisogna capire se la coppia sia la stessa che qualche giorno fa, in motorino, ha cercato di rapinare Patrizia Di Clemente, fuori dal laboratorio, ma poi ha desistito.