Calcio scommesse, il patron Chiodi: ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità
Amarezza e delusione in casa rossoblù. Intanto, il Comune si costituirà parte civile nel processo avviato dalla Procura di Catanzaro
L'AQUILA. In una sorta di conferenza stampa organizzata in fretta e fuorvia a Centi Colella, ha parlato così sul fermo di Di Nicola per calcioscommesse il patron aquilano Corrado Chiodi: «Abbiamo appreso la notizia tramite gli organi di informazione. Sono davvero triste e sconvolto. Ho dato il cuore per questo progetto e con noi Di Nicola ha sempre fatto bene il suo lavoro. Se però le cose sono andate in questo modo, ognuno dovrà prendersi le proprie responsabilità».
A ruota, interviene anche il vice-presidente Massimo Mancini: «L’Aquila non è coinvolta in nessuna indagine. Per quanto riguarda il nostro dirigente, applicheremo il regolamento interno che consiste nella sospensione in attesa che dimostri la sua innocenza davanti ai giudici»..
Intanto, il Comune dell'Aquila si costituirà parte civile nel processo legato all'inchiesta sul calcioscommesse della Procura di Catanzaro «per i danni morali causati - dice il sindaco del capoluogo abruzzese Massimo Cialente - da questa vergognosa vicenda che apre una ferita gravissime nelle tante comunità colpite».
«I sindaci - aggiunge - devono reagire, devono scatenarsi per difendere le comunità, i dirigenti e i calciatori non sono mercenari, fanno sport per migliaia di tifosi per i quali si deve avere rispetto».