Campoli: “Il potere degli influencer, se usato senza criterio, può essere un’arma a doppio taglio”

3 Marzo 2025

Ciò che è successo a Roccaraso, per l’influencer e conduttrice tv, “dimostra che un "fenomeno" può essere una risorsa o un problema. Dipende da come nasce, da chi lo alimenta e da chi lo gestisce”

PESCARA. Ora che, dopo il caos mediatico scoppiato per “l’invasione di Roccaraso”, il fenomeno Rita De Crescenzo sembra essersi affievolito, si può fare a bocce ferme una riflessione più ampia sul ruolo dei social e sulla loro ripercussione nella vita reale. Ne abbiamo parlato con Monica Campoli, influencer e conduttrice televisiva, attiva su Instagram e Facebook. Per lei "il caso di Roccaraso e l'afflusso incontrollato di turisti spinti dai video di De Crescenzo sono la dimostrazione perfetta di come il potere degli influencer, se usato senza criterio, possa trasformarsi in un’arma a doppio taglio. Non si tratta più solo di "intrattenere" o "raccontare", ma di generare fenomeni di massa con conseguenze reali, spesso ingestibili".

Per Campoli, "qui non si discute il diritto di chiunque di visitare una località turistica, ma il problema nasce quando la promozione è totalmente irresponsabile, senza alcuna considerazione per il contesto. Se una influencer con milioni di follower decide di esaltare un luogo, è evidente che le sue parole abbiano un peso. E allora mi chiedo: è giusto sfruttare questa visibilità senza preoccuparsi di ciò che accadrà dopo? Dire “dove vado io, arrivano tutti” non è una giustificazione, ma un’ammissione di superficialità. Perché la popolarità comporta anche delle responsabilità".

Non basta, dunque, "lavarsene le mani quando il risultato è caos, disagi e problemi di gestione per una comunità impreparata a un’ondata di visitatori improvvisa. Detto questo, non si può nemmeno ignorare un altro aspetto", ammonisce Campoli. "Una località turistica, per definirsi tale, deve essere pronta ad accogliere. Se un posto viene pubblicizzato, la sua gestione non può crollare sotto il peso dell'afflusso. Roccaraso è una meta turistica rinomata: possibile che non ci fosse un piano di gestione più efficace per contenere la situazione?".

Secondo Campoli, "le amministrazioni locali hanno il dovere di prevedere, organizzare e rispondere con tempestività a eventi del genere. Questa vicenda dovrebbe far riflettere su un punto fondamentale: non tutto è spettacolo, non tutto può essere ridotto a un video virale. Se il digitale ha il potere di spostare folle, allora chi lo usa dovrebbe almeno domandarsi se sta facendo del bene o solo generando il caos per una manciata di visualizzazioni. Ma, allo stesso tempo, le località che puntano sul turismo devono essere in grado di affrontare e gestire il successo, perché un’opportunità mal gestita può trasformarsi in un problema".

Quello che è successo a Roccaraso, pertanto, "dimostra che un "fenomeno" può essere una risorsa o un problema. Dipende da come nasce, da chi lo alimenta e da chi lo gestisce. Il punto è capire se vogliamo creare valore o solo inseguire il caos travestito da successo", conclude Campoli. In attesa di ciò che potrà accadere in futuro, magari con una nuova mossa a sorpresa.

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