Castiglione, 55 mila euro all'ex compagna
Inchiesta Ecosfera, sotto accusa i contributi pubblici all'associazione Rassjanka in 3 anni
PESCARA. In 3 anni, dal 2009 al 2011, l'associazione Rassjanka dell'ex compagna dell'assessore regionale Pdl Alfredo Castiglione, Marina Kozina, ha ottenuto quasi 55 mila euro di contributi, quasi tutti da enti pubblici. È questa la cifra che emerge da un rapporto riservato della squadra mobile inviato alla procura dell'Aquila nell'inchiesta Caligola su presunte tangenti e appalti europei legati alla società Ecosfera spa di Roma. Il giorno dopo l'interrogatorio di Castiglione lungo quasi 2 ore - il pm Antonietta Picardi ha chiesto l'interdizione dagli uffici pubblici - cresce l'attesa per la decisione del gip Marco Billi: Castiglione ha tempo fino a domani per presentare una memoria.
«INTERESSE PRIVATO». Sono 14 gli indagati, a cominciare dalla dirigente regionale Vanna Andreola e dall'ex segretario della giunta Del Turco, Lamberto Quarta. Castiglione è indagato per corruzione perché, secondo gli inquirenti, ha perseguito «un interesse privato consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell'associazione» della ex convivente. Nell'interrogatorio, Castiglione si è difeso spiegando di aver commesso «una leggerezza in buona fede».
CONTRIBUTI. Non è così per la Mobile di Pescara, guidata da Piefrancesco Muriana: Castiglione, così c'è scritto nell'informativa, ha sempre saputo dei progetti di Kozina. Secondo il rapporto, nella perquisizione nell'ufficio dell'assessore, il 17 febbraio scorso, sono state trovate 6 richieste di contributo della Rassjanka. E, poi, in un cassetto è stata trovata la lettera del 15 febbraio 2011 spedita da Castiglione a un vice ministro dell'Albania per presentare l'associazione dell'allora compagna e avviare una collaborazione con l'Accademia di danza di Tirana. Una lettera, sostiene l'accusa, che non ha basi: «La totale mancanza di atti propedeutici e/o istruttori», dice il rapporto, «costituiva una conferma del fatto che la lettera era stata frutto di un'iniziativa del tutto personale». Sempre dalla perquisizione è spuntato un appunto di Castiglione: «Interessante è anche un manoscritto sequestrato a Castiglione contenente quella che sembra essere, con tutta evidenza, una bozza preparata in vista di un discorso politico. In tale manoscritto si pone più volte l'accento sull'estrema importanza di un rapporto di cooperazione tra Abruzzo e Albania, soprattutto attraverso il programma Ipa Adriatico». È questo l'appalto europeo al centro dell'inchiesta.
GARA «CONDIZIONATA». Secondo la Mobile, la collaborazione di Rassjanka con l'Accademia di danza di Tirana avrebbe potuto dare l'opportunità all'associazione senza scopo di lucro di ottenere altri finanziamenti pubblici. A Castiglione, la procura contesta di aver condizionato una gara d'appalto da quasi 100 mila euro per favorire l'«amico» Corrado Troiano, indagato, socio della Cyborg srl di Chieti. «Nel corso delle intercettazioni a Troiano, sono state documentate una serie di conversazioni telefoniche dalle quali si rileva che l'associazione Rassjanka ha sicuramente beneficiato di "aiuti"» dalla Cyborg, dice l'informativa che, parlando di un incontro tra Troiano e Kozina, prosegue così: «Troiano, dunque, si impegnava affinché andasse in porto tale progetto, mettendo a disposizione della Kozina, e dunque di Castiglione, il suo consulente specializzato in materia. Tuttavia, come chiarito dallo stesso Cristiano Gualtieri (non indagato e ascoltato come testimone, ndr), che dichiarava di aver incontrato la Kozina anche in una successiva occasione, il progetto non andava in porto perché da lui ritenuto privo dei requisiti, rimanendo in piedi, tuttavia, la richiesta di partenariato».
TESTIMONE. Ecco le dichirazioni di Gualtieri: «Il progetto presentato in quell'occasione da Kozina riguardava anche la ricerca di altri partner e in quell'occasione la stessa ci riferiva che aveva comunque già avviato una sorta di contatti con il ministero della Cultura albanese. Ovviamente, io ritenevo, come peraltro dissi alla Kozina, che era necessario trovare altri partner e che comunque avevo delle perplessità a che il progetto potesse avere il suo corso atteso che, a mio avviso, il progetto non rispondeva ai requisiti imposti dal programma operativo Ipa Adriatico. Dopo questo incontro», rivela il testimone, «ho avuto un altro incontro con Kozina e credo, orientativamente, a un mese dalla scadenza del bando Ipa 2, alla quale comunicai che il progetto comunque non era percorribile solo sulla danza, ma doveva essere esteso ad altre iniziative culturali. Preciso che, comunque, tale progetto poi non è stato presentato».
PAROLE IN CODICE. Un passaggio dell'informativa, firmata dal sostituto commissario Giancarlo Pavone e controfirmata da Muriana, è durissimo verso Castiglione: secondo l'accusa, la lettera dell'assessore è stata consegnata alle autorità albanesi da un altro indagato, Michele Galdi, marito di Andreola e consulente della Cyborg e dell'Ecosfera, durante un viaggio d'affari. «Sulla vicenda del viaggio di Galdi in Albania vi è da rammentare», dice la Mobile, «che la Andreola si esprimeva nei confronti di Castiglione con un linguaggio criptico e codificato, lì dove nel riferirsi al proprio coniuge, il funzionario regionale lo definiva "la mia ragazza". Il particolare è di rilievo perché Castiglione, di fronte a tale affermazione criptata, non batteva ciglio e comprendeva al volo a chi si alludesse, segno evidente che tra i due erano stati prestabiliti dei termini convenzionali da utilizzare al telefono, evidentemente per sviare eventuali attività di intercettazione. Atteggiamento, questo, tipicamente diffuso tra gli appartenenti a organizzazioni criminali di un certo livello, specie quelle dedite allo spaccio di stupefacenti, ma che lascia fortemente perplessi se si pensa che tali comportamenti sono stati posti in essere da due amministratori della cosa pubblica».
«INTERESSE PRIVATO». Sono 14 gli indagati, a cominciare dalla dirigente regionale Vanna Andreola e dall'ex segretario della giunta Del Turco, Lamberto Quarta. Castiglione è indagato per corruzione perché, secondo gli inquirenti, ha perseguito «un interesse privato consistente nel conseguimento di vantaggi in favore dell'associazione» della ex convivente. Nell'interrogatorio, Castiglione si è difeso spiegando di aver commesso «una leggerezza in buona fede».
CONTRIBUTI. Non è così per la Mobile di Pescara, guidata da Piefrancesco Muriana: Castiglione, così c'è scritto nell'informativa, ha sempre saputo dei progetti di Kozina. Secondo il rapporto, nella perquisizione nell'ufficio dell'assessore, il 17 febbraio scorso, sono state trovate 6 richieste di contributo della Rassjanka. E, poi, in un cassetto è stata trovata la lettera del 15 febbraio 2011 spedita da Castiglione a un vice ministro dell'Albania per presentare l'associazione dell'allora compagna e avviare una collaborazione con l'Accademia di danza di Tirana. Una lettera, sostiene l'accusa, che non ha basi: «La totale mancanza di atti propedeutici e/o istruttori», dice il rapporto, «costituiva una conferma del fatto che la lettera era stata frutto di un'iniziativa del tutto personale». Sempre dalla perquisizione è spuntato un appunto di Castiglione: «Interessante è anche un manoscritto sequestrato a Castiglione contenente quella che sembra essere, con tutta evidenza, una bozza preparata in vista di un discorso politico. In tale manoscritto si pone più volte l'accento sull'estrema importanza di un rapporto di cooperazione tra Abruzzo e Albania, soprattutto attraverso il programma Ipa Adriatico». È questo l'appalto europeo al centro dell'inchiesta.
GARA «CONDIZIONATA». Secondo la Mobile, la collaborazione di Rassjanka con l'Accademia di danza di Tirana avrebbe potuto dare l'opportunità all'associazione senza scopo di lucro di ottenere altri finanziamenti pubblici. A Castiglione, la procura contesta di aver condizionato una gara d'appalto da quasi 100 mila euro per favorire l'«amico» Corrado Troiano, indagato, socio della Cyborg srl di Chieti. «Nel corso delle intercettazioni a Troiano, sono state documentate una serie di conversazioni telefoniche dalle quali si rileva che l'associazione Rassjanka ha sicuramente beneficiato di "aiuti"» dalla Cyborg, dice l'informativa che, parlando di un incontro tra Troiano e Kozina, prosegue così: «Troiano, dunque, si impegnava affinché andasse in porto tale progetto, mettendo a disposizione della Kozina, e dunque di Castiglione, il suo consulente specializzato in materia. Tuttavia, come chiarito dallo stesso Cristiano Gualtieri (non indagato e ascoltato come testimone, ndr), che dichiarava di aver incontrato la Kozina anche in una successiva occasione, il progetto non andava in porto perché da lui ritenuto privo dei requisiti, rimanendo in piedi, tuttavia, la richiesta di partenariato».
TESTIMONE. Ecco le dichirazioni di Gualtieri: «Il progetto presentato in quell'occasione da Kozina riguardava anche la ricerca di altri partner e in quell'occasione la stessa ci riferiva che aveva comunque già avviato una sorta di contatti con il ministero della Cultura albanese. Ovviamente, io ritenevo, come peraltro dissi alla Kozina, che era necessario trovare altri partner e che comunque avevo delle perplessità a che il progetto potesse avere il suo corso atteso che, a mio avviso, il progetto non rispondeva ai requisiti imposti dal programma operativo Ipa Adriatico. Dopo questo incontro», rivela il testimone, «ho avuto un altro incontro con Kozina e credo, orientativamente, a un mese dalla scadenza del bando Ipa 2, alla quale comunicai che il progetto comunque non era percorribile solo sulla danza, ma doveva essere esteso ad altre iniziative culturali. Preciso che, comunque, tale progetto poi non è stato presentato».
PAROLE IN CODICE. Un passaggio dell'informativa, firmata dal sostituto commissario Giancarlo Pavone e controfirmata da Muriana, è durissimo verso Castiglione: secondo l'accusa, la lettera dell'assessore è stata consegnata alle autorità albanesi da un altro indagato, Michele Galdi, marito di Andreola e consulente della Cyborg e dell'Ecosfera, durante un viaggio d'affari. «Sulla vicenda del viaggio di Galdi in Albania vi è da rammentare», dice la Mobile, «che la Andreola si esprimeva nei confronti di Castiglione con un linguaggio criptico e codificato, lì dove nel riferirsi al proprio coniuge, il funzionario regionale lo definiva "la mia ragazza". Il particolare è di rilievo perché Castiglione, di fronte a tale affermazione criptata, non batteva ciglio e comprendeva al volo a chi si alludesse, segno evidente che tra i due erano stati prestabiliti dei termini convenzionali da utilizzare al telefono, evidentemente per sviare eventuali attività di intercettazione. Atteggiamento, questo, tipicamente diffuso tra gli appartenenti a organizzazioni criminali di un certo livello, specie quelle dedite allo spaccio di stupefacenti, ma che lascia fortemente perplessi se si pensa che tali comportamenti sono stati posti in essere da due amministratori della cosa pubblica».
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