Pescara

Cellulari in carcere a Pescara, 14 indagati: c’è anche l’assassino di Willy. Così mantenevano i contatti con l’esterno

21 Marzo 2025

Esclusiva del Centro in edicola. Emergenza dietro le sbarre al “San Donato”. Ora i detenuti coinvolti rischiano fino a 4 anni

PESCARA. Dall’assassino di Willy Monteiro Duarte, il ragazzo massacrato in strada e diventato un simbolo contro il bullismo, al ladro d’auto. Dallo spacciatore di cocaina al giovane che cercò di strangolare l’ex fidanzata. Almeno 14 detenuti, nel carcere di Pescara, hanno usato i telefonini per comunicare con l’esterno. A svelarlo è un’inchiesta condotta dal pubblico ministero Andrea Papalia, che ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto prodromico alla richiesta di processo: il reato contestato è «accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione», punito con la reclusione da uno a quattro anni. 

LO SCENARIO L’ultima inchiesta della procura della Repubblica di Pescara, che si riferisce a fatti avvenuti tra il 1° gennaio e il 28 marzo 2023, conferma un’allarmante verità: nelle celle di San Donato circolano cellulari. Significa che i reclusi, spesso appartenenti a contesti criminali di livello rilevante, conservano contatti con il «mondo di fuori» e riescono a impartire i propri ordini anche da dietro le sbarre. Uno scenario che sfocia in tensioni, consente di introdurre nel penitenziario anche droga e degenera fino a portare a rivolte come quella di un mese fa, quando un ventiquattrenne egiziano si è suicidato e, a distanza di poche ore, è scoppiata la sommossa con le fiamme appiccate a materassi e coperte, le scene di devastazione, gli agenti intossicati e i tentativi di evasione. 

IL KILLER E GLI ALTRI Tra gli indagati, spicca il nome di Marco Bianchi, condannato una settimana fa all’ergastolo – dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma – per l’omicidio di Willy, ucciso nel corso di un feroce pestaggio la notte tra il 5 e 6 settembre 2020, nel centro di Colleferro. Nei guai sono finiti anche altri personaggi al centro di gravi episodi di cronaca, come Jacopo Formenti, accusato di un misterioso tentato omicidio avvenuto il 14 maggio 2022 davanti a un bar di Pescara: dopo aver accoltellato un uomo di 48 anni, aveva cercato di farla franca fuggendo nella sua città d’origine, Busto Arsizio; rifugiatosi a casa di una conoscente, era finito in trappola a distanza di qualche giorno. Ha ricevuto l’avviso di garanzia pure il detenuto Valentino Sessa, di recente coinvolto in un’inchiesta su un traffico di droga, in qualità di uomo di fiducia dei capi dell’organizzazione, che aveva il compito di mandare messaggi minacciosi a chi era finito in carcere. Parlavano al telefono – sempre secondo le accuse – anche Irfan Neziri, conosciuto per le sue scorribande in provincia dell’Aquila; Izmir Totaj, in passato rinchiuso in carcere per aver ridotto in fin di vita un albanese all’esterno di un night-club di Martinsicuro; Konan Husovic, ritenuto un componente della banda dei bosniaci che spaccava le vetrine delle gioiellerie; e Manuel Cavazza, che nel 2022 avrebbe picchiato l’ex compagna fino a spaccarle il naso e a stringerle un laccio al collo per farsi consegnare del denaro. E ancora: Pasquale Gassi, arrestato nell’ottobre 2022, al termine di un inseguimento da film nelle campagne di Ortona, con l’accusa di far parte di un gruppo criminale che rubava le automobili; Franco Miccoli, anni fa al centro di una brutta storia di droga ceduta a ragazzini, furti in casa ed estorsioni; e Matteo Colonna, nei guai per spaccio. Nella lista degli indagati figura Andrea Clivio, coinvolto nell’inchiesta della Direzione distrettuale dell’Aquila sulla cosiddetta mafia di Rancitelli, il quartiere di Pescara dove esisteva la piazza di spaccio più importante d’Abruzzo, con i tossicodipendenti che arrivavano da ogni città della regione e anche da fuori per comprare droga a buon prezzo. Chiudono l’elenco Donatello Di Donato, Manuel Doneddu e Angelo Medoro. 

LE ACCUSE Il pm Papalia contesta ai 14 indagati di «aver ricevuto indebitamente» o «comunque utilizzato» due telefonini abbinandoli alla stessa scheda sim.

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