Cervi, da domani parte la grande caccia 

Gli animalisti tentano l’ultima strada: il ricorso al Consiglio di Stato e le denunce penali contro la Regione e chi spara

L’AQUILA. Dopo l’ordinanza del Tar che la settimana scorsa che ha rigettato il ricorso contro la delibera di abbattimento di 469 cervi in Abruzzo, le associazioni ambientaliste non mollano e annunciano un ricorso urgente al Consiglio di Stato.
Lo hanno detto ieri mattina in una conferenza stampa nel piazzale dell'Emiciclo all’Aquila, davanti alla sede della Regione Abruzzo, annunciando non solo il ricorso in appello ma anche l'intenzione di rivolgersi alla giustizia penale contro la Regione e chi, da domani, sparerà ai cervi. Sì, perché tra 24 ore le doppiette dovrebbero cominciare ad abbattere i 469 capi, anche se il condizionale è d’obbligo perché i cacciatori non sono ancora pronti. Ci sono infatti alcuni passaggi burocratici da espletare prima poter premere i grilletti contro i cervi.
«L'ordinanza del Tar Abruzzo», hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni, «che non ha accolto la richiesta di sospensiva della delibera della Giunta Marsilio, presentata dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia, è stata sicuramente una profonda delusione non solo per noi ma anche per tantissimi abruzzesi che si aspettavano da parte della magistratura amministrativa uno stop alla scelta della Regione. Con la delibera dell'8 agosto scorso», hanno ricordato i manifestanti, «la giunta regionale ha inteso prendersi la responsabilità di far cacciare i cervi, compresi i piccoli appena nati. E lo ha fatto nel peggiore dei modi, stabilendo persino un tariffario per ogni capo ucciso da pagare agli Ambiti territoriali di caccia, gestiti dai cacciatori e che sono gli stessi che hanno fatto la maggior parte dei monitoraggi sui cervi».
Alla conferenza stampa era presente anche l'associazione Appennino Ecosistema che, per voce del suo presidente Bruno Petriccione, ha sollevato una presunta criticità della delibera dal punto di vista legale: «L'attuazione degli abbattimenti in assenza di autorizzazione di Incidenza ambientale, porrà in essere condotte di rilevanza penale da parte del personale addetto e dello stesso presidente Marsilio».
Petriccione ha quindi affermato che le sanzioni possono comportare ammende e reclusione. Per quanto riguarda le doppiette, invece, la legge regionale del 28 gennaio 2004 con regolamento attuativo emesso nel 2017, impone ai cacciatori che vogliono sparare ai cervi di rispettare tutta una serie di certificazioni. Il regolamento impone infatti l'intervento dei tecnici faunistici e tecnici venatori che dovranno monitorare le azioni del selecacciatore. I cacciatori devono essere abilitati dalla Regione, dagli Ambiti territoriali di caccia e dalle Associazioni Venatorie riconosciute a livello nazionale, «previa frequentazione di specifici corsi di formazione, che rispettino le linee guida Ispra e il superamento di una prova valutativa finale».
Bisogna capire quanti cacciatori hanno già in tasca questo attestato in corso di validità. La delibera regionale che apre la caccia ai cervi si basa su conteggi della popolazione esistente. Un numero che l'Ispra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, ritiene eccessivo e capace di mettere in pericolo gli stessi cervi e altre specie sensibili.