Codici: cresce la criminalità in Abruzzo
PESCARA. «Oggi l’Abruzzo non è più un’ isola felice». A dirlo sono le associazione Codici e Adiconsum che ieri hanno presentato l’osservatorio sulla criminalità nella regione, realizzato con il...
PESCARA. «Oggi l’Abruzzo non è più un’ isola felice». A dirlo sono le associazione Codici e Adiconsum che ieri hanno presentato l’osservatorio sulla criminalità nella regione, realizzato con il patrocinio del ministero del ministero dello Sviluppo Economico.
Si tratta di un dossier preparato sulla base di documentazione giudiziaria e di undicimila articoli di stampa. Il focus riguarda l’analisi degli episodi di criminalità accaduti in Abruzzo negli anni 2010, 2011 e 2012.
«Attraverso questo studio analizziamo», hanno spiegato i segretari regionale e provinciale di Codici Domenico Pettinari e Giovanni D’Andrea, «narcotraffico, usura e racket, prostituzione e reati ambientali con particolare attenzione alle infiltrazioni mafiose nella nostra regione. I dati ci dicono infatti che la criminalità organizzata da anni fa affari nella nostra regione che una volta veniva definita isola felice. Oggi, anche attraverso gli ultimi accadimenti, si può sostenere che il nostro territorio vede l’azione della mafia italiana che ha quasi provveduto a una spartizione del territorio e degli affari».
Dallo studio di Codici emerge come l’Abruzzo sia ormai da anni terra di affari. Secondo Codici sono soprattutto albanesi, rumeni e marocchini a dedicarsi allo sfruttamento della prostituzione e allo spaccio di sostanze stupefacenti.
Secondo l’osservatorio alcune famiglie di rom sono dedite alla gestione dello spaccio di droga, e all’usura che ha visto oltre 100 casi negli ultimi due anni.
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