Cordoma s'insedia, ecco la giunta
Il numero scende a otto, forse un posto all’Italia dei valori
MONTESILVANO. Emozionato più che nel giorno della vittoria, poco dopo mezzogiorno Lillo Cordoma entra nell’ufficio del sindaco, da ieri il suo, con il sigillo dell’ufficialità. «Al momento della proclamazione ho avuto un tuffo al cuore» confessa. La stanza, l’unica fresca a palazzo in una giornata afosa, trabocca di fiori: grandi mazzi di rose rosse, di lilium, di girasoli riempiono tavoli e scrivanie, mentre consiglieri, aspiranti assessori, cittadini e curiosi affollano l’ambiente: «Oggi abbiamo rotto una barriera di cristallo, finalmente questo ufficio è aperto e tutti possono entrare» dice il sindaco elegante in grigio.
Ne ha fatta di strada per arrivare fino a qui, dopo dodici anni di opposizione, il medico che non ha smesso di occuparsi dei suoi pazienti e anche oggi, nel giorno del suo insediamento e del suo 47mo compleanno, ha passato la mattina nel suo studio. Per questo Andrea Koveos, il suo addetto stampa, gli ha regalato un’automobilina: il modello di una Panda gialla, la stessa con cui ha macinato chilometri in campagna elettorale. Da ogni parte sono arrivati telegrammi d’auguri, un centinaio: quello di Gianfranco Fini, quelli di decine di colleghi sindaci, quello di Confindustria, quello delle Suore Carmelitane Teresiane. L’ex presidente del consiglio comunale della Margherita Massimiliano Pavone ha scelto il web e gli ha scritto una lettera aperta sul suo sito Internet, facendogli gli auguri.
Sono le 12.02 quando al quarto piano del Comune, nella Sala delle bandiere, Gianluca Franco, giudice del tribunale di Pescara, presidente dell’ufficio centrale elettorale, proclama la vittoria con 13.997 voti dell’uomo di Alleanza nazionale, e parte un timido applauso. Subito dopo vengono ufficilizzati i nomi dei consiglieri comunali. Sono Carlo Tereo De Landerset, Fernando Di Giacomo, Manola Musa, Adriano Tocco, Ottavio De Martinis, Benito Olivieri (Alleanza nazionale); Ernesto De Vincentiis, Cristina Di Giovanni, Claudio Daventura, Luigi Marchegiani, Francesco Maragno, Claudio Di Emanuele (Forza Italia); Valter Cozzi, Paolo Cilli, Domenico Di Giacomo, Raffaele De Leonardis (Udc); Corrado Carbani (Libero); Vittorio Catone (Dc per le autonomie); Feliciano D’Ignazio, Francesco Di Pasquale, Gianni Bratti (Ds); Pietro Gabriele, Gabriele Di Stefano, Adriano Chiulli (Margherita); Leo Brocchi, Maria Rosaria Parlione, Stefano Di Blasio (Arcobaleno); Cristian Odoardi (Rifondazione-Idv); Emidio Di Felice (Lista Teodoro); Rocco Finocchio.
Il nuovo consiglio si riunirà per la prima volta giovedì 5 luglio: «Voglio invertire la tendenza a convocare il consiglio al mattino, quando le persone sono al lavoro: voglio dare ai cittadini la possibilità di partecipare ai lavori. Il giorno in cui l’assemblea si riunirà, dunque, sarà il giovedì alle 18» annuncia il sindaco. Per la guida dell’assise Cordoma ha in mente due nomi: Valter Cozzi e Corrado Carbani. Ma ripete che Cozzi, uno dei campioni del voto, preferirebbe averlo in giunta. Alla rosa dei nomi lavorano in queste ore le segreterie dei partiti. Oggi è previsto l’incontro risolutivo, entro fine settimana l’annuncio ufficiale. Cordoma conferma: «Otto assessorati, com’è stato fino a due anni fa, per dare un segnale, e sarò molto pignolo nei loro confronti. Non sono esclusi assessori esterni». Attorno a questo nodo ruota il dibattito interno.
Se An ha già stabilito di affidare la propria rappresentanza a Carlo Tereo de Landerset e Ferdinando Di Giacomo, più incerta la situazione dentro Forza Italia. Certo l’ingresso in giunta di Ernesto De Vincentiis, improbabile quello di Cristina Di Giovanni, seconda degli eletti del partito. A premere per una soluzione diversa è lo stesso Raffaele Di Giovanni, padre della neo consigliera e uomo forte di FI a Montesilvano, che insiste per l’ingresso in giunta del genero Vittorio Gervasi. Qualche dubbio c’è anche nell’Udc, a cui dovrebbero spettare due assessorati e la presidenza del consiglio, una attribuzione che darebbe al partito lo stesso peso di Forza Italia (che avrebbe due assessori e il vicesindaco) pur avendo ottenuto meno voti.
Dunque, oltre alle perplessità di Cozzi (assessore o presidente del consiglio?) il rebus è quante «posizioni» otterrà l’Udc. Se i centristi si dovessero accontentare di un assessorato più la presidenza, allora si libererebbe un posto in giunta, che Cordoma potrebbe destinare a un assessore esterno dell’Italia dei Valori, che lo ha appoggiato al ballottaggio. Lo stesso potrebbe accadere se invece la presidenza andasse a Carbani: Libero avrebbe una collocazione e lascerebbe una casella disponibile. Per la Dc, infine, sembra scontato l’incarico ad Antonio Domani.
Ne ha fatta di strada per arrivare fino a qui, dopo dodici anni di opposizione, il medico che non ha smesso di occuparsi dei suoi pazienti e anche oggi, nel giorno del suo insediamento e del suo 47mo compleanno, ha passato la mattina nel suo studio. Per questo Andrea Koveos, il suo addetto stampa, gli ha regalato un’automobilina: il modello di una Panda gialla, la stessa con cui ha macinato chilometri in campagna elettorale. Da ogni parte sono arrivati telegrammi d’auguri, un centinaio: quello di Gianfranco Fini, quelli di decine di colleghi sindaci, quello di Confindustria, quello delle Suore Carmelitane Teresiane. L’ex presidente del consiglio comunale della Margherita Massimiliano Pavone ha scelto il web e gli ha scritto una lettera aperta sul suo sito Internet, facendogli gli auguri.
Sono le 12.02 quando al quarto piano del Comune, nella Sala delle bandiere, Gianluca Franco, giudice del tribunale di Pescara, presidente dell’ufficio centrale elettorale, proclama la vittoria con 13.997 voti dell’uomo di Alleanza nazionale, e parte un timido applauso. Subito dopo vengono ufficilizzati i nomi dei consiglieri comunali. Sono Carlo Tereo De Landerset, Fernando Di Giacomo, Manola Musa, Adriano Tocco, Ottavio De Martinis, Benito Olivieri (Alleanza nazionale); Ernesto De Vincentiis, Cristina Di Giovanni, Claudio Daventura, Luigi Marchegiani, Francesco Maragno, Claudio Di Emanuele (Forza Italia); Valter Cozzi, Paolo Cilli, Domenico Di Giacomo, Raffaele De Leonardis (Udc); Corrado Carbani (Libero); Vittorio Catone (Dc per le autonomie); Feliciano D’Ignazio, Francesco Di Pasquale, Gianni Bratti (Ds); Pietro Gabriele, Gabriele Di Stefano, Adriano Chiulli (Margherita); Leo Brocchi, Maria Rosaria Parlione, Stefano Di Blasio (Arcobaleno); Cristian Odoardi (Rifondazione-Idv); Emidio Di Felice (Lista Teodoro); Rocco Finocchio.
Il nuovo consiglio si riunirà per la prima volta giovedì 5 luglio: «Voglio invertire la tendenza a convocare il consiglio al mattino, quando le persone sono al lavoro: voglio dare ai cittadini la possibilità di partecipare ai lavori. Il giorno in cui l’assemblea si riunirà, dunque, sarà il giovedì alle 18» annuncia il sindaco. Per la guida dell’assise Cordoma ha in mente due nomi: Valter Cozzi e Corrado Carbani. Ma ripete che Cozzi, uno dei campioni del voto, preferirebbe averlo in giunta. Alla rosa dei nomi lavorano in queste ore le segreterie dei partiti. Oggi è previsto l’incontro risolutivo, entro fine settimana l’annuncio ufficiale. Cordoma conferma: «Otto assessorati, com’è stato fino a due anni fa, per dare un segnale, e sarò molto pignolo nei loro confronti. Non sono esclusi assessori esterni». Attorno a questo nodo ruota il dibattito interno.
Se An ha già stabilito di affidare la propria rappresentanza a Carlo Tereo de Landerset e Ferdinando Di Giacomo, più incerta la situazione dentro Forza Italia. Certo l’ingresso in giunta di Ernesto De Vincentiis, improbabile quello di Cristina Di Giovanni, seconda degli eletti del partito. A premere per una soluzione diversa è lo stesso Raffaele Di Giovanni, padre della neo consigliera e uomo forte di FI a Montesilvano, che insiste per l’ingresso in giunta del genero Vittorio Gervasi. Qualche dubbio c’è anche nell’Udc, a cui dovrebbero spettare due assessorati e la presidenza del consiglio, una attribuzione che darebbe al partito lo stesso peso di Forza Italia (che avrebbe due assessori e il vicesindaco) pur avendo ottenuto meno voti.
Dunque, oltre alle perplessità di Cozzi (assessore o presidente del consiglio?) il rebus è quante «posizioni» otterrà l’Udc. Se i centristi si dovessero accontentare di un assessorato più la presidenza, allora si libererebbe un posto in giunta, che Cordoma potrebbe destinare a un assessore esterno dell’Italia dei Valori, che lo ha appoggiato al ballottaggio. Lo stesso potrebbe accadere se invece la presidenza andasse a Carbani: Libero avrebbe una collocazione e lascerebbe una casella disponibile. Per la Dc, infine, sembra scontato l’incarico ad Antonio Domani.