Cosa fare dopo il vaccino Ecco le regole da seguire

29 Marzo 2021

Indicazioni utili per gli oltre 206mila abruzzesi con almeno una dose fatta

Come comportarsi dopo la prima dose di vaccino, quali misure precauzionali seguire. Cosa fare se, dopo la vaccinazione, si entra in contatto con un positivo e qual è il grado di risposta immunitaria protettiva. L’Istituto superiore di sanità ha diffuso il rapporto sul Covid-19, che contiene tutte le indicazioni e le risposte sui comportamenti preventivi e di controllo delle infezioni da coronavirus, in tema di varianti e vaccinazione. Un vademecum che va seguito a partire dalla prima dose di vaccino.
In Abruzzo, al momento, è stata superata la soglia delle 206mila somministrazioni.

La circolazione delle varianti richiede una modifica delle misure di prevenzione e protezione non farmacologiche, come distanziamento fisico, mascherine, igiene delle mani, in ambito comunitario e assistenziale?
No, non è indicato modificare le misure di prevenzione e protezione basate sul distanziamento fisico, sull’uso delle mascherine e sull’igiene delle mani; al contrario, si ritiene necessaria una applicazione estremamente attenta e rigorosa di queste misure. L’Organizzazione mondiale della sanità, sulla base delle evidenze fornite dagli Stati membri, non ha registrato un cambiamento nelle modalità di trasmissione delle infezioni sostenute da varianti virali, mentre è stata dimostrata una loro maggiore diffusibilità.
Per garantire la diagnosi d’infezione sostenuta da varianti virali con mutazioni nella proteina spike, i test diagnostici molecolari devono essere multi-target?
Per i test diagnostici molecolari si raccomanda di utilizzare come sistema di diagnosi in real-time Pcr un test multi-target ovvero capace di rilevare più geni del virus e non solo il gene spike (S), che potrebbe dare risultati negativi in caso di variante, come quella identificata per la prima volta nel Regno Unito.
Gli studi clinici condotti finora hanno permesso di dimostrare l’efficacia dei vaccini nella prevenzione delle forme clinicamente manifeste di Covid19?
Sì, anche se la protezione, come per molti altri vaccini, non è del 100%. Inoltre, non è ancora noto quanto i vaccini proteggano le persone vaccinate anche dall’acquisizione dell’infezione. È possibile, infatti, che la vaccinazione non protegga altrettanto bene nei confronti della malattia asintomatica e che, quindi, i soggetti vaccinati possano ancora acquisire il Covid-19, non presentare sintomi e trasmettere l’infezione ad altri soggetti. Inoltre, per nessuno dei vaccini in utilizzo è nota, al momento, la durata della protezione ottenuta con la vaccinazione.
I lavoratori vaccinati, inclusi gli operatori sanitari, devono mantenere l’uso dei Dpi e dei dispositivi medici, l’igiene delle mani, il distanziamento fisico e le altre precauzioni sul luogo di lavoro?
Tutti i lavoratori, inclusi gli operatori sanitari, devono continuare a utilizzare rigorosamente le mascherine, igienizzare le mani e rispettare il distanziamento fisico, indipendentemente dallo stato di vaccinazione e aderire a eventuali programmi di screening dell’infezione. I vaccini anti -Covid riducono significativamente la probabilità di sviluppare la malattia clinicamente sintomatica e la risposta protettiva al vaccino può variare da individuo a individuo.
Una persona vaccinata, al di fuori dell’ambiente di lavoro, deve continuare a rispettare le misure di prevenzione per la trasmissione del virus (distanziamento fisico, mascherine, igiene delle mani)?
Una persona vaccinata con una o due dosi deve continuare a osservare tutte le misure di prevenzione quali il distanziamento fisico, l’uso delle mascherine e l’igiene delle mani, poiché non è ancora noto se la vaccinazione sia efficace anche nella prevenzione dell’acquisizione dell’infezione e della sua trasmissione ad altre persone.
Se una persona vaccinata con una o due dosi viene identificata come contatto stretto di un caso positivo, bisogna adottare le misure previste per i contatti stretti?
Se una persona viene in contatto stretto con un caso positivo per Sars-Cov-2, secondo le definizioni previste dalle circolari del ministero della Salute, deve essere considerata un contatto stretto anche se vaccinata. Devono, pertanto, essere adottate tutte le disposizioni prescritte dalle autorità sanitarie. Si mantiene la deroga alla quarantena per il personale sanitario, con il rispetto delle misure di prevenzione e protezione dell’infezione, fino a un’eventuale positività ai test di monitoraggio da Covid-19 o alla comparsa di sintomatologia compatibile con l'infezione. A prescindere dal tipo di vaccino ricevuto, dal numero di dosi e dal tempo intercorso dalla vaccinazione, in generale, la persona vaccinata considerata contatto stretto deve osservare, purché sempre asintomatica, un periodo di quarantena di 10 giorni dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo effettuato in decima giornata o di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso.
Quali casi sono da considerarsi fallimenti vaccinali?
Anche i soggetti vaccinati, seppur con rischio ridotto, possono andare incontro a infezione da Covid-19. Il fallimento vaccinale primario si riferisce all’incapacità di sviluppare una risposta immunitaria protettiva dopo la vaccinazione. Come per altre vaccinazioni anche per i vaccini Covid-19 la risposta immunitaria può variare anche in base alle caratteristiche individuali della persona, come l’età anagrafica, oppure alle condizioni cliniche concomitanti (immunodeficienza, specifiche comorbosità). Pertanto, anche dopo un ciclo di vaccinazione completo, alcuni soggetti potrebbero non sviluppare una risposta immunitaria protettiva tale da impedire l’acquisizione dell’infezione e la malattia Covid-19.
I programmi di screening dell’infezione degli operatori sanitari, inclusi quelli delle Rsa per anziani e socio-sanitarie, devono essere modificati dopo l’introduzione della vaccinazione?
Alla luce delle conoscenze acquisite, non si ritiene, al momento, di dovere modificare i programmi di screening dell’infezione da Covid-19 in atto per gli operatori sanitari, mantenendo inalterata la frequenza dei test.
I contatti stretti di un caso di Covid-19 quando possono essere vaccinati?
Dovrebbero terminare la quarantena di 10-14 giorni, secondo quanto previsto dalle normative ministeriali vigenti, prima di potere essere sottoposti a vaccinazione.
Chi ha avuto il Covid-19 deve comunque vaccinarsi?
La vaccinazione si è dimostrata sicura anche in soggetti con precedente infezione, pertanto, può essere offerta indipendentemente da una pregressa infezione sintomatica o asintomatica da Covid-19. È possibile considerare la somministrazione di un’unica dose di vaccino nei soggetti con pregressa infezione da Covid-19, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e, preferibilmente, entro i 6 mesi dalla stessa. Fanno eccezione i soggetti che presentino condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici i quali, pur con pregressa infezione da Covid-19, devono essere vaccinati quanto prima e con un ciclo vaccinale di due dosi.
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