Di Sipio, figlio di mezzadro premiato da Mattarella come industriale simbolo

L’abruzzese che ha fondato l’Ap Raicam tra i 25 nuovi Cavalieri del lavoro. Cominciò 35 anni fa a Ripa Teatina. Rigenerando di notte le vecchie ganasce
E’ una festa del 2 giugno che vale doppio per l’Abruzzo. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, premia la nostra regione e l’imprenditore Nicola Di Sipio, l’umile e laborioso venditore di ganasce rigenerate, figlio di un mezzadro di Ripa Teatina, che ha creato un piccolo grande impero metalmeccanico. Il suo nome, insieme a quelli di personaggi come Cairo, Condorelli e Mutti, è tra i venticinque nuovi Cavalieri del lavoro.
Di Sipio, 64 anni, è il protagonista di una storia simbolo dell'Abruzzo forte e gentile. A 29 anni, il perito meccanico di Ripa Teatina raccoglieva, come un cercarobe, vecchie ganasce. Che ricostruiva di notte e rivendeva di giorno ai meccanici. Girava con un furgone, comprava a poche lire pezzi di ferro, che altri avrebbero gettato nell'immondizia, se li portava a casa dove passava ore a ricostruirli. Uno spirito da pioniere che gli ha permesso di mettere in piedi un’industria. Di Sipio è il titolare dell’azienda del settore automotive Ap Raicam, che ha il quartier generale in via Teramo a Manoppello Scalo. La sua avventura è come un sogno americano cominciato nel 1982. Era febbraio e l'Italia di Bearzot non aveva ancora conquistato la coppa del mondo e lui, il giovane figlio del mezzadro Giuseppe, nato nel paese di Rocky Marciano dove la gente sa prendere a pugni la crisi, come dice il sindaco Ignazio Rucci, vende la sua Fiat 128 Coupè a due milioni e 700 mila lire. E rinveste il capitale in una micro attività. Ma da quelle ganasce rigenerata di notte e rivendute la mattina, nasce una grande industria. Ap Raicam oggi conta quattro stabilimenti: a Pescara, dove Di Sipio produce freni a tamburo; a Bruzolo, in Val di Susa, dove, nello stabilimento che gli venne venduto dall'ex Ad di Fiat, Vittorio Ghidella, costruisce pastiglie per i freni di macchine Fiat, Opel, Ford; un terzo stabilimento si trova ad Ancona e realizza frizioni per vetture di marca; l'ultimo in Inghilterra dove produce frizioni di auto di lusso. Dà lavoro a 600 dipendenti, Nicola Di Sipio, con un fatturato che supera i 150 milioni di euro. Fiat Chrysler lo ha anche premiato come fornitore d’eccellenza del colosso mondiale delle auto. L’ingegno abruzzese di un self made man che dal padre ha imparato la tenacia. In 35 anni, da quelle vecchie ganasce è nato un impero metalmeccanico tascabile. Ma Di Sipio aveva un altro conto da riscattare. Così si è appassionato alla ristorazione e al vino Montepulciano e Trebbiano d’Abruzzo, Pecorino, Chardonnay, Pinot Nero e Falanghina, che oggi produce nei 66 ettari di una tenuta agricola appartenuta ai nobili Mezzanotte, marchesi di Ripa Teatina, dove il papà faticava giorno e notte. Acquistare quella terra voleva dire realizzare un sogno nel nome del padre. E papà Giuseppe, oggi quasi centenario, va fiero di quel figlio caparbio come Rocky, diventato proprietario della tenuta dei marchesi dove il piccolo Nicola, a 7 anni, lo accompagnava a guadagnarsi la giornata da bracciante. Chi si è fatto da sé conosce il sacrificio e sa ringraziare gli altri. Per Ripa, Nicola Di Sipio, è un mecenate che ha finanziato i lavori per la nuova piazza dove sarà trasferita la statua del grande Rocky, imbattuto campione di boxe. E quel vino, di cui produce più di centomila bottiglie l'anno, finisce sulle tavole di New York, Parigi, Mosca e Cina. Lui non lo chiama riscatto ma voglia di emozioni vitali. Le stesse che proverà ricevendo dal presidente il titolo di Cavaliere del lavoro che venne conferito a personaggi come i compianti Dino Di Vincenzo, Gilberto Ferri e Giandomenico Di Sante. Simboli di un Abruzzo che non si arrende mai.
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