«Dico sì al collegio unico Non è una legge mancia»
La parola al presidente Sospiri: sostiene Marsilio e avverte D’Amico
Presidente Sospiri, dopo l’intervista di Marsilio a Il Centro si sta accendendo il dibattito sulla nuova legge elettorale.
Questo è un bene.
Il dibattito?
Certo. Marsilio non ha nessun interesse personale in questa legge perché non si ricandiderà. E quella che propone è una riforma che ha il pregio di far superare la logica dei campanili.
Su questo sembra che siate d’accordo tutti, sia a destra che a sinistra.
La legge determinando la qualità della rappresentanza determina anche la qualità della politica e il suo mandato.
E come dovrebbe cambiare, secondo lei?
L’ho chiarissimo in mente. Questa regione - e la sua classe dirigente prima di tutto - deve ragionare come se fosse una grande città metropolitana. Tutta insieme.
Addirittura?
Sì, l’Abruzzo delle aeree interne, dei comuni, dei campanili troverà modo di esprimersi solo se esce dalle beghe e dai litigi per immaginarsi in un grande racconto comune.
Lorenzo Sospiri è interessato alla riforma per almeno due motivi. Da un lato per la sua appartenenza, come figura di riferimento di Forza Italia in Abruzzo. E dall’altro per il suo incarico istituzionale di presidente del Consiglio, che lo porterà ad essere il regista della riforma: «Qualunque sia il testo a cui arriveremo siamo molto avanti con il lavoro. Penso che sarà approvato prima dell’estate».
Il presidente del Consiglio regionale può dire il suo parere sulla legge con il dibattito in corso?
Assolutamente sì, non infrango nessun galateo.
È cosa pensa della riforma Marsilio?
Personalmente, e per diversi motivi, questa proposta mi trova favorevole.
Ci sono dei rischi di perdere rappresentanza?
Io questa paura non la ho. La tripla preferenza - annunciata da Marsilio - consente di calmierare i costi di un collegio unico più ampio.
Però i collegi più piccoli garantivano le piccole realtà. Adesso chi ha un bacino elettorale più piccolo è più garantito rispetto al nuovo modello.
Non necessariamente: la lista unica consente di recuperare anche dei territori meno popolosi con il meccanismo delle surroghe degli assessori nominati.
Questo però vale solo per la maggioranza.
Per chi vince è più facile. Ma noi dobbiamo guardare il plenum del consiglio.
Non mi ha tranquillizzato.
Allora faccio un esempio. Il più votato in questa legislatura è Mario Quaglieri: parliamo dell’ex sindaco di Trasacco. Di un eletto che viene da un piccolo centro della Marsica.
Sempre maggioranza.
Siamo pochi consiglieri: per come la vedo io, che ci sia un consigliere di Vasto è importante. Che sia maggioranza e non di opposizione lo è meno.
Perché ?
Alla fine i territori si bilanceranno. Si faranno delle alleanze con le tre preferenze. È una proposta di riforma che valuto positivamente.
Ha visto che il professor D’Amico rilancia proponendo di ridurre la frammentazione anche per quel che riguarda le Asl e le aziende idriche?
Io vedo quello che è accaduto in altri territori. Tutte le riforme di riduzione ad uno sono fallite.
E questo accadrebbe anche in Abruzzo?
Abbiamo due facoltà di medicina. La Asl unica non mi sembra una riforma necessaria. Magari una via di mezzo.
Cioè?
Mi convince l’idea del ciclo idrico integrato, ma una sola azienda mi pare troppo. Allora rilancio: si potrebbe trovare un punto di equilibrio, passiamo da quatto a due.
Ovvero?
Chieti e Pescara devono dialogare. Le altre realtà sono meno integrabili. Non credo alla Asl unica ma a un doppio gestore sì.
Torniamo alla legge elettorale. Lei mi diceva che in tempi di approvazione sono rapidi.
Penso che tutto possa chiudersi nel primo semestre del 2025. Il dibattito è molto avanzato. Abbiamo altre tre cose importanti sul piatto: Aree non idonee per le fonti energetiche alternative, legge finanziaria e salvacasa. La legge elettorale si farà senza dubbio.
Ma questa è la sua posizione personale?
Io credo di poter dire che sia la posizione condivisa di Forza Italia.
Non rischiate di essere penalizzati come partito?
Abbiamo e stiamo recuperando grande radicamento sui territori. Non abbiamo nessuna paura del sistema adottato, come partito.
Ci sono altri temi importanti nell’agenda?
La sfida della nuova Pescara: nel 2025 bisogna aggregare tre materie e tre studi. Un anno importante di lavoro.
Condivide le critiche di D’Amico alla legge mancia?
Spero che la finanziaria sia discussa senza strozzare il dibattito.
Cosa intende?
Il debito sanitario è una priorità: dai 22 milioni del passato la legge potrà arrivare massimo a 13.
D’Amico parla di spartizione clientelare da evitare.
Io voglio un consiglio regionale che, pur nelle differenze, possa discutere serenamente.
E non è così?
La legge mancia non esiste: è solo una semplificazione di polemica politica, uno slogan efficace.
Contesta la parola o il concetto?
Entrambi. Guardi che ci sono anche delle cose giuste dentro la cosiddetta legge mancia, ma non si butti con l’acqua sporca anche il bambino.
Esempi esempi!
Con che soldi si compra un pulmino per la scuola? Con quali si paga il campo sportivo? Molte cose buone e giuste finiscono lì.
Bisognerà scegliere.
Infatti. Io ho detto a D’Amico: togliamo l’acqua sporca e teniamo il bambino. E se c’è qualche degenerazione va tolta.
È una offerta di dialogo?
Sì, ma solo se l’opposizione smette di definirla una legge dannosa e clientelare.
Lei come la definisce?
Io la chiamo la legge aiuta-Comuni: ricevo dieci mail al giorno su cose che vanno salvate lì dentro. Correggiamo se c’è qualcosa di sbagliato.
Correggere ciò che non va bene è giusto ma… Cosa?
Non possiamo subire la doppia morale. La mia porta è aperta. Non ci interessa la tessera di partito che i sindaci hanno in tasca. Però con un patto chiaro.
Quale?
Spero che loro compartecipino con noi a decidere. Se non accettano questo presupposto non può esserci accordo.
Traduco: o rinunciano alla battaglia di principio sulla legge mancia oppure non possono essere accolte proposte dell’opposizione.
Ecco: lei lo ha sintetizzato in modo un po’ brutale, ma il senso è questo.
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