Dossier di Legambiente su Ombrina mare: “Un’opera insensata”
“Petrolio di scarsa qualità e in quantità irrisoria. Ritorni irrisori per le casse della Regione”. Sabato a Pescara la manifestazione per dire no alle piattaforme petrolifere in Adriatico
PESCARA. Legambiente Abruzzo, che sabato parteciperà a Pescara alla manifestazione assieme alle altre associazioni e cittadini abruzzesi, ha presentato questa mattina in conferenza stampa il dossier Ombrina Mare: «Storie e numeri di una operazione insensata», portato a termine grazie all’accesso agli atti del Ministero dell’Ambiente effettuato lo scorso 8 marzo e al confronto con il Ministero dello Sviluppo Economico. «Per Legambiente - hanno detto il presidente regionale Angelo Di Matteo, Luzio Nelli e Giuseppe Di Marco - si tratta di una operazione insensata visto che stiamo parlando di greggio di pessima qualità (che sul mercato costerebbe meno di 70$, rispetto ai 90 $ del petrolio di riferimento) e in quantità irrisorie, che sarebbe sufficiente a coprire appena lo 0,2% del consumo nazionale di petrolio e lo 0,001% di consumo di gas».
«La situazione - hanno aggiunto gli esponenti di Legambiente Abruzzo - è allarmante, visto che tra permessi di ricerca e concessioni di estrazione di idrocarburi, stiamo parlando di una superficie totale (che comprende non solo Ombrina Mare) di oltre 6 mila chilometri quadrati. E sotto questo aspetto è fortemente criticabile l’atteggiamento del Ministero dell’Ambiente che per un anno e mezzo ha disatteso la norma che vietava di estrarre idrocarburi e fare ricerche a 5 miglia dalle coste e a 12 dalle aree protette».
Legambiente Abruzzo ha anche diffuso numeri e dati sull’operazione Ombrina mare. «Stiamo parlando - ha detto Angelo Di Matteo - di petrolio di pessima qualità, perché rapportando i gradi Api (pesantezza) e contenuto di zolfo siamo al di sotto della metà del petrolio di riferimento quotato in borsa. E poi c’è lo zolfo che in percentuale elevetissime è pericoloso, corrosivo ed esplodente con implicazioni per la salute perchè l’H2S è cancerogeno oltre che impattante per l’ambiente marino e per l’atmosfera».
Legambiente ha infine puntato il dito sui canoni riferiti ai permessi di ricerca che «per Ombrina Mare - ha detto Legambiente - per i sei anni di durata al largo di Ortona ( Chieti) è costato alla Medoil Spa 1400 euro all’anno, ovvero tre assegni sociali da dividere per tutti gli abruzzesi. Vogliamo ricordare che per il mare le prime 50 mila tonnellate di olio estratte sono esenti da royalties, così come per i primi 80 milioni di metri cubi di gas. Facendo una simulazione sui prezzi 2012, le royalties per la regione Abruzzo derivanti dall’estrazione dell’olio, corrisponderebbero ad una mezza tazzina di caffè all’anno per ogni abruzzese. La strategia energetica - ha concluso Di Matteo - approvata dal governo Monti costituisce un disegno criminoso in termini ambientali perchè guarda al passato, facilitando il percorso delle fonti fossili, e complica il percorso delle rinnovabili».