E D’Alfonso impose la linea soft Scontro con Cuzzi
Lite sullo sgombero mentre Alessandrini è in vacanza Prevale la posizione del presidente della Regione
PESCARA. Nel giorno in cui Luciano D’Alfonso è tornato a fare il sindaco di Pescara, disinnescando una bomba sociale pronta ad esplodere, la maggioranza si è spaccata in due sulla questione dello sgombero del mercatino dei senegalesi. La crepa più evidente è emersa lunedì scorso, quando il presidente della Regione ha preso il posto del sindaco Marco Alessandrini, partito per una vacanza e ha presieduto un vertice in Comune con assessori e consiglieri di maggioranza.
Fonti bene informate, raccontano di una violenta lite scoppiata tra D’Alfonso e l’assessore al commercio Giacomo Cuzzi. Il presidente della Regione, sostenitore di una linea più morbida, ha imposto all’amministrazione comunale una retromarcia sulla vicenda dello sgombero del mercato. Ciò avrebbe suscitato la reazione risentita dell’assessore, che ha intrapreso sin dall’inizio di questa storia una posizione intransigente nei confronti dei senegalesi non in regola con i permessi. In sostanza, Cuzzi voleva andare fino in fondo facendo scattare il blitz delle forze dell’ordine per liberare l’area della stazione dal mercato. Blitz peraltro previsto in una delle due ordinanze firmate nei giorni scorsi dal sindaco. Per questo, sarebbe scoppiata una violenta lite tra i due culminata in una frase di D’Alfonso, peraltro smentita ieri dall’assessore: «Se fossi io il sindaco», avrebbe detto il presidente della Regione, «ti avrei già tolto dalla giunta». Cuzzi avrebbe reagito così: «Io faccio l’assessore, perché ho un rapporto di fiducia con il sindaco Alessandrini e non con te». Fatto sta che D’Alfonso ha avuto la meglio e la maggioranza ha dovuto adottare la linea morbida imposta dal presidente della Regione, facendo un clamoroso dietrofront, a poche ore dal blitz programmato per l’alba di ieri.
Lo scontro non è stato indolore, tanto è vero che ieri Cuzzi ha disertato la conferenza stampa, convocata dalla maggioranza per giustificare il dietrofront. Contattato al telefono nel pomeriggio, l’assessore, pur confermando lo scontro verbale, ha cercato di sminuire quanto accaduto. «C’è stata una diversità di vedute con D’Alfonso», ha commentato mentre era in viaggio per Firenze, «io sono per il dialogo e la progettualità, ma non sono disposto a voltarmi dall’altra parte nei confronti dell’illegalità». E poi ha aggiunto: «Non faccio l’assessore perché ho preso i voti con il presidente della Regione, io sono in giunta per volere del sindaco Alessandrini e non per D’Alfonso».
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