SI SONO SPOSATE A DICEMBRE
E’ nato Diego, le due mamme fanno festa
Si avvera nell’ospedale di Pescara il sogno delle estetiste Beatrice e Diletta dopo la fecondazione in vitro avvenuta a Londra
PESCARA. Benvenuto, piccolo Diego. Hai 37 settimane e due mamme, Beatrice e Diletta, che ti hanno «desiderato tanto» e che oggi ti «accolgono nella nostra vita con tutto l’amore che possiamo».
Il parto di Beatrice Di Matteo, 31 anni di Pescara, professione estetista come la compagna Diletta Eleuterio, 32 anni, di Caprara di Spoltore, è avvenuto ieri mattina nel reparto di ostetricia diretto da Maurizio Rosati.
Il bebè è venuto al mondo con parto cesareo. E’ nato prematuro di 37 settimane e ora si trova in terapia intensiva. La mamma biologica, Beatrice, e l’altra madre, Diletta, omosessuali, ieri non hanno potuto vedere la loro creatura che dovrà crescere ancora di qualche settimana prima di tornare a casa, a Spoltore, con mamma e mamma.
Il bambino, con padre caucasico, sconosciuto per ora, è stato fecondato a Londra, con la tecnica denominata Ivf, in vitro fertilization, dopo due tentativi effettuati a giugno e settembre 2017.
«La scelta è caduta su una clinica privata londinese», spiega Beatrice ,«perché abbiamo avuto la possibilità di visionare, attraverso la documentazione fornitaci da una banca del seme canadese, le foto del donatore e sceglierlo sulla base delle nostre richieste. Noi abbiamo voluto un donatore bianco, caucasico, di 21 anni».
Si chiama tecnicamente “donazione aperta” e il neonato «avrà la possibilità di conoscere il padre, se lo vorrà, al compimento del diciottesimo anno di età». Fino a quel momento, la coppia, contitolare del salone estetico Dibè, in via dei Guelfi a Portanuova, racconterà al piccolo che «esistono tanti tipi di famiglia, l’importante è essere amati e noi siamo felicissime di accogliere il bimbo nella nostra vita. Lo abbiamo tanto cercato e desiderato».
Gli interventi di inseminazione in provetta sono costati 18 mila euro. E le due donne, che si sono sposate il 24 dicembre 2017 nel Comune di Spoltore, sono pronte a replicare entro il prossimo anno.
«Si, perché Diletta vuole avere un bambino». Anche l’altra mamma vuole provare la gioia della maternità. Perché in questo momento per la legge italiana «è come se non esistesse». Ci sono ragioni giuridiche da superare, infatti. In Italia è mamma chi feconda, porta in grembo il bebè e partorisce.
Attualmente, infatti, secondo la legislazione, se un figlio nasce da due madri omosessuali la “vera” mamma è quella biologica. Che dà il cognome al bebè. In questo caso, Beatrice. Diletta, invece, è «come se fosse un’ estranea». Si chiede, la coppia «come ci comporteremo quando il bambino dovrà andare a scuola? E quando dovrà essere accompagnato all’ospedale perché sta male? Non può esistere che solo una delle due è la mamma vera e l’altra non conta niente solo perchè non lo ha portato in grembo». La lotta della coppia, come altre famiglie omosex abruzzesi, anche padri, è proprio indirizzare la legislazione verso il riconoscimento dell’altro coniuge come padre e madre, attualmente uno solo genitore.
Le due giovani donne si sono conosciute otto anni fa. Entrambe estetiste, erano colleghe. Quattro anni fa hanno aperto l’attività a Pescara. Alla vigilia di Natale del 2017, grazie alla legge Cirinnà che regolamenta le unioni civili, hanno infilato la fede al dito davanti ad amici e parenti. A celebrare il rito civile, la zia di Beatrice, Manuela Suardi: «Volevamo accanto una persona di famiglia, abbiamo deciso di sposarci dieci giorni prima».
Tutto di fretta, tranne la decisione di avere un bimbo. «Ci abbiamo messo tanto tempo a metter su famiglia, ma lo volevamo fortemente». Il nome Diego è stato scelto «a sorte» tra tantissimi altri. In Abruzzo, le famiglie gay sono quattro con figli, una coppia di papà in attesa di una bimba e un’altra coppia senza figli.
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