E’ positivo al Covid, sale sull’aereo: assolto da epidemia colposa dopo tre anni
L’uomo ha fatto il test prima dell’imbarco ma ha deciso di salire senza aspettare di scoprire l’esito. E’ stata la farmacista a far bloccare l’aereo per la positività del passeggero.
PESCARA. Finisce con un'assoluzione il tormentato tentativo di rientrare a Bruxelles in aereo di un italo-belga protagonista di una vicenda giudiziaria che lo vedeva accusato di epidemia colposa. Siamo all’11 dicembre del 2021, quindi ancora nel periodo Covid e dei controlli serrati,, soprattutto in aeroporto. E.C., 54 anni di Bruxelles, figlio di italiani, quel giorno va in aeroporto, a Pescara, per prendere il volo per Bruxelles. Al controllo viene fermato perché il suo green-pass viene considerato scaduto, mentre non erano ancora passate le 72 ore di validità. Quindi viene invitato a ripetere il tampone in una vicina farmacia, anche se i tempi erano molto stretti visto che l'aereo era già in pista. L’imputato va di corsa nella farmacia che gli fa anche delle difficoltà in quanto il tampone andava prenotato. Sta di fatto che supera anche questo ostacolo ma, una volta eseguito il tampone, senza attendere il risultato, torna di corsa in aeroporto. Qui mostra a un altro controllore il suo green-pass (lo stesso che aveva mostrato in precedenza e quindi relativo a un precedente tampone) e passa regolarmente.
Convinto di essere riuscito, anche se in extremis, a salire a bordo, non si aspettava certo che l'aereo venisse bloccato dalla polizia. Che cosa era successo? La farmacista, che aveva eseguito il tampone, dopo i 15 minuti di attesa del risultato, aveva registrato la positività del cliente e, non trovandolo più ed avendo saputo dallo stesso dell’urgenza che aveva per il volo che stava partendo, decide di avvertire la polizia dell’aeroporto che immediatamente blocca l'aereo.
E lì si scatena anche la rabbia dei viaggiatori che vengono fatti scendere tutti per procedere alla sanificazione dell’aereo dopo aver effettuato il tampone a tutti. Risultato: l’aereo riprende il suo volo regolare dopo un’ora e mezza di attesa e senza il passeggero positivo al Covid che viene invece portato a casa sua a Montesilvano in isolamento (due giorni dopo ripeterà i tamponi, tutti negativi). Il 54enne viene denunciato per epidemia colposa e false dichiarazioni sulla identità o su qualità personali proprie. Poi, al momento del rinvio a giudizio, viene eliminato il reato di epidemia colposa e resta solo il falso. E ieri il suo legale di fiducia, l'avvocato Nazario Fabrizio Giuliani, dopo la richiesta di 6 mesi di condanna del pm, ha ricostruito tutte le fasi dell'accaduto, precisando che peraltro l’imputato non parlava bene l’italiano e quindi per questo ci sarebbe stato un fraintendimento in farmacia.
Poi la difesa, nel chiedere l’assoluzione piena per il suo assistito, ha contestato anche la qualificazione del reato di falso per quella specifica fattispecie, in quanto quell’articolo si configura soltanto nel caso il cui il soggetto, interrogato sull’identità, sullo stato o sulle altre qualità della propria persona, fa dichiarazioni mendaci. Ma questo non era il caso del green-pass dove la sua validità viene peraltro automaticamente rilevata. Il giudice monocratico Nicola Colantonio lo ha quindi assolto, anche se con la formula dubitativa.
©RIPRODUZIONE RISERVATA