l’informativa dei carabinieri che hanno incastrato gli aggressori 

«Emulano le bande di grandi città e se la ridono davanti a chi soffre»

FRANCAVILLA AL MARE. «Si è formato un gruppo che emula il comportamento delle baby gang di grandi città: parliamo di ragazzi che attuano azioni delittuose nei confronti di gruppi rivali o di...

FRANCAVILLA AL MARE. «Si è formato un gruppo che emula il comportamento delle baby gang di grandi città: parliamo di ragazzi che attuano azioni delittuose nei confronti di gruppi rivali o di giovanissimi ritenuti più deboli». L’informativa dei carabinieri di Francavilla al Mare sull’aggressione avvenuta la notte di Ferragosto di due anni fa richiama l’attenzione su un fenomeno allarmante. Si tratta di documenti che saranno al centro della valutazione del giudice per l’udienza preliminare che, il prossimo 25 novembre, dovrà decidere sul rinvio a giudizio dei bulli.
«FATTO GRAVISSIMO»
Fin da subito, le indagini – che hanno consentito di scoprire i responsabili – si sono concentrate su ragazzi minorenni, «alcuni dei quali già responsabili di furti, percosse e lesioni, nonché componenti di bande giovanili che sono solite prevaricare i più deboli, facendosi forza nel branco e rientrando nel triste fenomeno del bullismo». Gli investigatori non usano mezzi termini: «Quanto accaduto è gravissimo. Dai racconti delle vittime appare evidente che il gruppo le aveva già notate nei pressi del pontile di piazza Sirena: dopo averle studiate e capito che erano sole, in zona defilata e meno frequentata, hanno agito. Il loro primo intento, infatti, è stato quello di portare i tre ragazzini in una traversina buia. È un modus operandi che dimostra un’elevata capace di delinquere».
IL BRANCO
Sono quattro i giovani che hanno avuto un ruolo centrale nella vicenda, «mentre il resto del branco, in posizione più defilata, ha permesso che ciò accadesse». Più nel dettaglio: «Il branco, oltre a impedire ai ragazzi di fuggire, ha fornito una cornice di sicurezza ai suoi componenti e ha impedito a eventuali passanti di potersi accorgere di ciò che accadeva in mezzo a loro». I quattro violenti «hanno palesato un’elevata aggressività, mostrando comportamenti solitamente utilizzati da giovani più grandi d’età. In concorso con il resto del gruppo e in maniera spavalda, hanno perpetrato la rapina. Tutto il gruppo, pur vedendo le vittime impaurite, non ha esitato ad accanirsi contro di loro. Non hanno travisato neanche il loro volto. Anzi: per evidenziare la loro forza e controllo del territorio, dopo l’evento, hanno minacciato le persone offese di altro male qualora avessero informato le forze di polizia o i propri familiari».
«CATTIVERIA E VIOLENZA»
Non sono mancate vere e proprie sevizie: «Lo spegnimento di un mozzicone sul braccio di un giovane, nonché la bruciatura dei suoi peli delle ascelle, dimostrano la violenza e cattiveria dell’aggressore. Quest’ultimo cercava l’ilarità di tutto il gruppo, che rideva di fronte a chi soffriva. Tali gesti hanno l’intento di mortificare e denigrare la vittima davanti a tutti». I ragazzini finiti nel mirino sono apparsi sotto choc. «Il loro stato d’animo, percepito dai familiari e dai carabinieri intervenuti subito dopo l’episodio, ha fatto ben intendere la sofferenza patita in quei minuti che sono sembrati interminabili», ammontano gli investigatori. E della baby gang fa parte persino un ragazzino di 13 anni: è il più piccolo del gruppo e, pur non essendo imputabile, ha già alle spalle altre due denunce per rapina. (g.let.)
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