CHIETI

Falsi incidenti, l’inchiesta si allarga. Il giudice: vanno indagati altri 50 / NOMI E SEQUESTRI

«Nei 41 finti sinistri scoperti dagli investigatori sono coinvolti ulteriori avvocati e medici». E negli studi professionali trovata documentazione utile per iniziare nuovi approfondimenti

CHIETI. Un’inchiesta a tre cifre. Il fascicolo aperto dalla Procura di Chieti sulle frodi alle assicurazioni con i finti incidenti stradali – in cui già sono sotto accusa in 76 – è destinato a superare di gran lunga quota cento. Il giudice Luca De Ninis, oltre a disporre 14 misure cautelari, ha infatti ordinato l’iscrizione di ulteriori indagati, nello specifico oltre 50. Si tratta principalmente di avvocati, medici e personaggi coinvolti a vario titolo nei 41 falsi sinistri ricostruiti dalle indagini della squadra mobile di Chieti e della guardia di finanza.

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«BANDA ANCORA ATTIVA»
L’associazione a delinquere capeggiata dall’avvocato Alfonso Zinni, secondo il giudice, è operativa ancora adesso. «La crisi generata dalle indagini dei due corpi di polizia, con la conseguente attivazione dei servizi interni antifrode, e la estromissione di Gaetano Petrilli (uno degli indagati, ndr) dal ruolo della compagnia assicurativa», si legge sull’ordinanza, «non hanno prodotto alcun segnale di resipiscenza, e nemmeno di temporanea ritirata, ma al contrario hanno ulteriormente sollecitato il capo Zilli e i suoi luogotenenti Pierpaolo Iungano e Domenico Fragaglia ad amplificare gli sforzi».

NUOVI ADEPTI
Come? «Cercando nuovi adepti con la propria clientela e nuove risorse, nel fermo obiettivo di proseguire un’attività criminale fortemente remunerativa». La conferma, sempre in base alle considerazioni del giudice, arriva dalle conversazioni in cui «Zinni e Fragaglia lamentano di essere rimasti senza soldi, pur avendo percepito e dissipato profitti illeciti per centinaia di migliaia di euro ciascuno ed essersi “divertiti” senza freno, e di avere assoluto bisogno di aprire nuovi canali di frode, nonostante le vicende che hanno portato al licenziamento di Petrilli».

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Questa dipendenza riguarda «certamente Zinni e Fragaglia e i collaboratori da loro dipendenti, Roberto Giuseppe Nicola Leanza e Antonio Luca Ruzzi, che ormai non hanno altre lecite fonti di reddito; ma riguarda allo stesso modo anche gli altri professionisti che invece svolgono o potrebbero svolgere con continuità attività professionale “ordinaria”, ma che invece sono irresistibilmente attratti dal “denaro facile”, come i legali Marco Francioni e Massimiliano Ceddia, nonché i due medici Gabriella Ottaviano e Giuliano Pace». A loro, per il giudice, si aggiungono gli altri 50  di cui sopra, ovvero «un’ampia congerie di professionisti, nella gran parte dei casi già attinti da gravi elementi indiziari, in altri necessitanti approfondimenti investigativi», per i quali il giudice ha disposto le iscrizioni nel registro degli indagati.

LE PERQUISIZIONI
Ieri mattina, nel corso delle perquisizioni ordinate dal sostituto procuratore Giancarlo Ciani in studi professionali e abitazioni, i poliziotti e i finanzieri hanno sequestrato numerosa documentazione ritenuta di interesse investigativo: potrebbe trattarsi di ulteriore materiale finalizzato alle frodi nei confronti di compagnie assicurative, ma i sospetti andranno confermati dagli approfondimenti già in corso. Saranno anche analizzati i computer in uso agli indagati.

GLI INTERROGATORI
Nelle prossime ore  saranno fissati i primi interrogatori di garanzia. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vittorio Supino, Vincenzo Brunetti, Francesca Chichiricò, Claudio Paolone e Luca Torino Rodriguez.
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