Famiglie indigenti, aiuti fino a 1.700 euro
Arrivano i contributi del Comune per i cittadini in difficoltà, su 162 domande 89 sono state accolte
PESCARA. Sono in tutto 89 le famiglie pescaresi che quest’anno riceveranno contributi una tantum superiori a 1.000 euro riservati ai cittadini in difficoltà economiche. È quanto risulta dal provvedimento dirigenziale dove sono indicati tutti i nomi dei beneficiari, con i relativi importi e quelli degli esclusi.
Su un totale di 162 domande, 89 sono state accolte e 73 bocciate per carenza della documentazione richiesta, per la non corrispondenza dei dati anagrafici o, anche, per l’assenza di alcuni requisiti fondamentali per l’accesso ai contributi. L’amministrazione comunale ha stanziato per questa iniziativa 125.000 euro. Somma che verrà ripartita tra coloro che sono stati giudicati idonei. Di questi, 34 riceveranno l’importo massimo di 1.713,48 euro, altri 55 invece otterranno un contributo pari a 1.213,48 euro.
«Nei prossimi giorni», ha detto l’assessore alle politiche sociali Guido Cerolini, «tutti i cittadini interessati riceveranno una comunicazione del Comune con le indicazioni necessarie per la liquidazione delle somme una tantum».
«Obiettivo dell’iniziativa», ha spiegato l’assessore, «è quello di dare un sostegno a coloro che sono stati colpiti dalla crisi economica, che hanno perso il posto di lavoro o sono in cassa integrazione. Cittadini, magari non più giovanissimi, con figli-studenti o disoccupati a carico, che non sanno come affrontare le emergenze». Bisogna infatti ricordare che il bando, aperto per il secondo anno consecutivo, riguardava nuclei familiari mono o pluriparentali, con un figlio a carico convivente di età non superiore a 25 anni, residenti nel Comune di Pescara da almeno due anni e con un reddito Isee nel 2010, pari o inferiore a 18.000 euro. Inoltre, i richiedenti dovevano aver perso il posto di lavoro e avere un’età non superiore ai 55 anni.
La condizione di non occupazione, comunque, doveva sussistere alla data di presentazione della domanda. Per finire, veniva richiesta la residenza nell’abitazione per la quale è stato acceso un mutuo per l’acquisto, o la locazione con un importo annuo non inferiore a 3.000 euro. Nel caso di coniugi legalmente separati, ha potuto accedere al contributo solo quello affidatario dei figli. In qualsiasi caso, i coniugi separati non dovevano avere altre proprietà.
L’anno scorso, le domande presentate erano state 181, di cui 70 escluse.(a.ben.)
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