Gioielliere rapinato spariti preziosi per 150mila euro
Zanni, il rappresentante stava rientrando a casa I banditi l’hanno immobilizzato con una pistola elettrica
PESCARA. Sapevano benissimo che quella borsa era piena di gioielli. Quindi, hanno atteso che il rappresentante di preziosi scendesse dall’auto e lo hanno rapinato. Per renderlo inoffensivo si sono serviti di una pistola elettrica, necessaria a fargli perdere temporaneamente la sensibilità a un braccio e a una gamba.
La vittima, quindi, ha mollato subito la presa e ha visto la coppia fuggire via con il bottino senza poter fare granché. Il valore della merce è considerevole: 150mila euro.
E’ successo venerdì, verso le 19.30, a Zanni. Il rappresentante di gioielli preso di mira dai banditi è un uomo di 53 anni originario della provincia di Teramo che vive a Pescara. Non avendo una sede di lavoro, considerata l'attività che svolge, porta con sé tutti i preziosi di cui dispone, assicurati contro il furto. E’ stato lui a raccontare agli uomini della squadra volante e della squadra mobile, diretti rispettivamente da Alessandro Di Blasio e Pierfrancesco Muriana, come si sono svolti i fatti. Hanno agito in due, ma solo uno si è avvicinato a lui nel momento in cui è sceso dalla sua auto, appena parcheggiata, per rientrare a casa.
Il malvivente era alto, di corporatura normale, età apparente circa 40 anni, con capelli corti e scuri. Aveva in mano un arnese metallico con cui gli ha toccato prima una gamba e poi il braccio, per trasmettergli delle scariche elettriche, per cui la polizia ritiene che si trattasse di una pistola elettrica. L'effetto è stato immediato perché il rappresentante ha perso la sensibilità a entrambi gli arti e non è stato in grado di muovere neppure un dito.
Ha visto il rapinatore afferrare velocemente il contenitore di oro e oggetti preziosi che porta sempre con sé, poi lo sconosciuto si è infilato nell'auto dove lo attendeva il complice e sono fuggiti via. Anche il secondo uomo sembrava quarantenne, di corporatura robusta. Viaggiavano su un'auto scura, di media cilindrata, ed è bastato qualche secondo perché sparissero da lì. La vittima, sotto shock, ha composto il 113 e ha avvisato la polizia, che è intervenuta sul posto.
A poca distanza c'era una donna, che ha assistito all'ultima parte della rapina ed è stata ascoltata in questura dagli investigatori che ovviamente puntano a raccogliere quanti più elementi possibili sui due banditi.
Non hanno avuto dubbi, i malviventi, su chi colpire. Hanno scelto con cura la loro vittima ed è presumibile che abbiano anche studiato i suoi movimenti, per capire quando fosse più opportuno agire e in quale zona, in modo da non correre rischi eccessivi.
Hanno mostrato di avere una certa sicurezza, poi, perché si sono mossi a volto scoperto, senza coprirsi. Sembravano italiani, almeno stando alle poche parole pronunciate dall'aggressore di fronte al rappresentante. Ma non sarà semplice identificarli.
Flavia Buccilli
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