Gli 88 lavoratori della Cir chiedono aiuto al prefetto
Tocco da Casauria, richiesto un confronto diretto con i responsabili della Ir «Vogliamo conoscere il piano industriale per sapere cosa accadrà in futuro»
TOCCO DA CASAURIA. Ennesima e, probabilmente, ultima assemblea davanti ai cancelli della fabbrica degli ex lavoratori della Compagnia italiana rimorchi (Cir), ieri pomeriggio. Un incontro programmato per far partecipi tutti di quanto emerso nel tavolo di lavoro in Regione con il vice presidente Giovanni Lolli ed i sindaci di Tocco da Casauria, Torre de' Passeri, Lettomanoppello e Castiglione a Casauria, Luciano Lattanzio, Piero Di Giulio, Giuseppe Esposito e Gianluca Chiola.
Il focus sull’impossibilità di contattare la direzione aziendale della Italiana rimorchi (Ir), piccola costola della Cir, che produrrebbe i pezzi in Polonia assemblandoli e verniciandoli a Tocco per sfornare un prodotto con marchio italiano. «Un contatto indispensabile», afferma Gino Marinucci delegato provinciale della Fiom Cgil, «per capire le intenzioni di questa azienda che un anno e mezzo fa, nel proprio piano industriale, aveva annunciato l'assunzione entro il 2015, di 30-50 maestranze, promessa che poi non si è concretizzata». «Il piano di incremento del personale», continua il sindacalista, «era condizionato agli andamenti del mercato e noi abbiamo accertato che nel 2015 c'è stato un incremento delle immatricolazioni di rimorchi e semirimorchi, anche se non in alta percentuale». «Altro nostro impellente interesse», va avanti Marinucci, «è sapere le intenzioni di Ir: se c'è sempre un'idea produttiva e di continuazione degli allestimenti e montaggio a Tocco, oppure se si vuole procedere alla smobilitazione generale delle attrezzature e portare tutto in Polonia. Sarebbe la fine anche per gli attuali 20 lavoratori italiani oggi nei libri paga di Ir. Perciò ora, dopo aver informato e chiesto appoggio a Lolli che ci ha garantito di chiedere un tavolo presso il ministero dell'Industria e dello sviluppo economico, ci rivolgeremo al prefetto di Pescara, affinché convochi lui i responsabili aziendali di Ir per un confronto diretto, mediato dal rappresentante del governo».
Da parte degli 88 lavoratori licenziati da Cir ieri è partito un invito ai pochi colleghi che lavorano in Ir: quello di lottare insieme in questa estenuante vertenza, «poichè», sostengono, «senza conoscere il piano industriale, senza sapere a cosa si andrà incontro già nell’immediato, non ci può essere un futuro per nessuno, neanche per loro». «Mentre eravamo in assemblea«, raccontano, «dalla fabbrica sono usciti due autocarri telonati, probabilmente carichi di attrezzature appena smontate. Non è per noi un buon segnale: può significare che veramente a Tocco non rimarrà niente se portano via anche i cavi elettrici, le macchine, i robot».
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