Gli ecologisti: inutili i lavori alla discarica

Il comitato Bussiciriguarda contesta il progetto perché non impedirebbe l’inquinamento dell’acqua

BUSSI SUL TIRINO. Il comitato Bussiciriguarda – al quale aderiscono Italia Nostra, Marevivo, Mila Donnambiente e Ecoistituto Abruzzo – attacca ancora un volta le scelte del commissario straordinario Adriano Goio sulla messa in sicurezza di emergenza (Mise) del sito inquinato della mega discarica di Bussi. Nel mirino degli ambientalisti il progetto –già appaltato per 4 milioni – consistente nella realizzazione di una barriera laterale al sito per impedire contatti fra terreno contaminato e acque del fiume e di falda.

Il comitato Bussiciriguarda si dice contrario per due motivi: le opere progettate non sarebbero in grado di svolgere la funzione per le quali sono state ideate perché non sarebbero sufficientemente profonde e disposte solo su un tratto di perimetro del sito inquinato; in secondo luogo perché non ottempererebbero alla legge che definisce la messa in sicurezza d'emergenza «ogni intervento immediato o a breve termine, atto a contenere la diffusione delle sorgenti primarie di contaminazione, impedirne il contatto con le altre matrici presenti nel sito e a rimuoverle, in attesa di eventuali interventi ulteriori di bonifica o di messa in sicurezza operativa o permanente». Per Bussiciriguarda dunque l'intervento da compiere è quello del cosiddetto sarcofago di cui si parla già da qualche anno, consistente in opere che isolino completamente sia lateralmente che negli strati sotterranei, il sito contaminato evitando la contaminazione delle acque. Una “tomba” insomma, in attesa, nel tempo più breve possibile, di poter compiere successivamente interventi di bonifica. E per questo i 50 milioni di euro a disposizione di Goio, dicono gli ambientalisti, sarebbero più che sufficienti, mentre sono una spesa inutile i 4,2 milioni di euro impegnati per il progetto della barriera metallica, perché la discarica continuerà, esattamente come fa oggi, ad essere in ammollo e permeata dal flusso idrico. Per Bussiciriguarda i 50 milioni di euro «sarebbero più che sufficienti per il sarcofago e potrebbero anche consentire di iniziare gli studi per la dettagliata caratterizzazione dei rifiuti, per l'analisi di rischio su cui fissare gli obiettivi finali e verificabili di bonifica, per indirizzare la migliore rimozione, se per allontanamento e destinazione, in sicurezza, verso centri di trattamento esistenti, oppure per realizzare un centro di trattamento in loco, reimpiegando nella bonifica delle aree esterne di Bussi la manodopera locale licenziata o in cassa integrazione. In quell'area c'è lavoro socialmente ed ecologicamente utile per un paio di generazioni».

Il comitato si discosta anche da chi come il Wwf chiede che venga eseguita immediatamente la bonifica per rimozione dei rifiuti tossici (circa 280mila metri cubi), perché i tempi lunghi farebbero persistere l'inquinamento ,che «peraltro aumenterebbe a dismisura per il rimaneggiamento da parte delle macchine operatrici ed anche perché i soldi non basterebbero, rischiando di lasciare i lavori incompiuti». (w.te.)

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