«Hanno ucciso Christopher»: processo al via per i due 17enni

25 Novembre 2024

Ma l’udienza di oggi è finalizzata solo a conferire l’incarico della perizia psichiatrica a due specialisti Sotto esame, come chiesto dalla difesa, l’imputato principale, se era capace di intendere e di volere

PESCARA. Si apre oggi, davanti ai giudici del tribunale dei minori dell'Aquila, il processo con il rito abbreviato per i due minorenni accusati di aver accoltellato a morte, con 25 pugnalate, Christopher Thomas Luciani, il 23 giugno scorso nel parco Baden Powell di via Raffaello, a Pescara. La procura minorile aveva inizialmente disposto il giudizio immediato per i due ragazzi ritenuti responsabili di quell’omicidio, ma poi, prima i difensori del figlio dell'avvocatessa (Massimo Galasso e Roberto Mariani), poi anche quelli del figlio del carabiniere (Marco Di Giulio e Vincenzo Di Girolamo) avevano chiesto e ottenuto di essere giudicati con il rito abbreviato che, di base, prevede uno sconto di un terzo della pena.
Ma questa scelta del rito, per quanto riguarda il figlio dell'avvocatessa, il 17enne che secondo l'indagine aveva il credito di circa 300 euro con la vittima e che colpì per primo il povero Crox con le coltellate mortali, era stata condizionata a una perizia psichiatrica sull’imputato principale. Il tribunale ha accolto questa richiesta (prevista per i minori anche se c’è l’aggravante della premeditazione) e anticipato a oggi la prima udienza.
Ma, anche se l’iter procedurale dei processi che si celebrano nei confronti dei minori ha un andamento diverso, come ad esempio quello di iniziare con l’interrogatorio dell'imputato (o degli imputati come nel caso specifico), il passaggio della perizia diventa insuperabile. Oggi, infatti, il collegio di giudici dovrà procedere all'affidamento ufficiale dell’incarico ai due specialisti individuati che sono i professori Stefano Ferracuti e Giovanni Camerini, con l’assegnazione dei quesiti ai quali dovranno rispondere. E questi sono sempre gli stessi: se al momento di commettere il delitto l’imputato era capace di intendere e di volere; la sua eventuale pericolosità sociale, se sia o meno in grado di partecipare al processo. Ai due esperti verrà concesso un termine per l’effettuazione della perizia, poi si tornerà in aula per discutere del risultato della stessa, e soltanto dopo potrà partire il processo che viene fatto sulla base degli atti che già esistono nel fascicolo. Certo, sulla responsabilità dei due imputati ormai non ci sono più dubbi per una serie di motivi.
Il primo riguarda la confessione che il figlio del carabiniere ha reso nel corso dell’indagine, precisando il suo ruolo e quello dell’amico nel contesto di quel maledetto giorno. Una confessione che potrebbe alleggerire la quantificazione della pena in aggiunta al rito.
Il secondo motivo è relativo al testimone oculare, figlio di un altro carabiniere (quello che la sera dell’omicidio confessò tutto al padre facendo scoprire il corpo nel parco). Senza partecipare al delitto, il ragazzo avrebbe però assistito all’accoltellamento e poi anche al passaggio di mano di quel coltello (mai ritrovato) e cioè alle altre coltellate inflitte dal secondo imputato.
Lo stesso testimone ha raccontato anche dell’accanimento operato dai due amici sul corpo di Crox: dei calci e degli sputi che i due riservarono al povero Christopher, compresa quella sigaretta spenta sul corpo della vittima ormai agonizzante. Poi tutta la combriccola (composta da sei ragazzi) proseguì quel pomeriggio del 23 giugno al mare: a fare il bagno, a gettare oltre gli scogli il coltello dell’omicidio, a fare battute su quel povero ragazzo massacrato da 25 coltellate per un banale credito di poche decine di euro di fumo non pagato al figlio dell’avvocatessa. E con il selfie soddisfatto del creditore.