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24 dicembre

24 Dicembre 2024

Oggi, ma nel 2008, a Milano, nel giorno della vigilia di Natale, moriva ad 88 anni, Enza Passatore, indimenticabile benché dimenticata colonna portante del trio vocale animato con le sorelle Italia, del 1917, e la primogenita Adriana, del 1909, dopo l’abbandono di Pia, del 1915, che nel 1934 aveva fondato il sodalizio, per studiare composizione e che si diplomerà nel ‘37. Ad accompagnarle al pianoforte c’era un’altra sorella, Tullia, diplomata al conservatorio in quello strumento. Enza, milanese, classe 1920, era subentrata nella formazione nel 1938 e vi era rimasta fino al 1943, quando le tre anime si erano ritirate dalla scena musicale e lei, a 23 anni, era prossima al matrimonio.

Sulla scia dell’alto tasso di gradimento del pubblico riscontrato su e giù per lo Stivale dal trio delle sorelle ungaro-olandesi Alexandrina, Judik e Chaterine Leschan ovvero “Lescano”, che aveva esordito nel 1936 e che come il Trio Passatore reggerà fino al ’43- le Passatore si erano fatte strada anche grazie alle organizzazioni di dopolavoro fasciste. Enza (nella foto, particolare, le sei sorelle coi genitori. Da sinistra a destra: Pia, Adriana, la piccola Enza, mamma Amalia, Tullia, papà Giuseppe, Italia e Maria. Assente nello scatto l’unico maschio della prole, Franco), figlia di musicisti -il padre Giuseppe era di origine napoletana e la madre Amalia Langella era siciliana-, aveva ottenuto il contratto con la prestigiosa etichetta discografica tedesca Odeon, fondata a Berlino nel 1904 da Max Strauss e Heinrich Zunz e giunta nel Belpaese nel 1922, con sede nel capoluogo ambrosiano.

Aveva intonato, con il ritmo sincopato, la vocina e nel consueto repertorio jazz-swing, prevalentemente quale parte del Trio sorelle Passatore, col maestro Enzo Ceragioli, ma pure in virtuosismi da solista, con Luigi Pietro Redaelli, alias “Pippo Starnazza” e il Quintetto del delirio. Gruppo che annoverava anche Enzo Mojoli, Angelo Servida, Piero Cottiglieri, Adriano Almangano, Pietro Di Salvatore. Con loro aveva inciso anche “Sarà l’amore”, il singolo di maggiore successo, nel 1942, sempre per la Odeon. Per il resto si destreggiava in pezzi imprescindibili che in futuro si chiameranno “cover”. Ovvero: “Tuli tuli pan”, “Genovesina”, “Quando il gallo canterà”, Là nell’isola di Capri”, “Non si fa l’amore quando piove”, “Io con te tu con me”, “La sirena del laghetto”, “Se fossi milionario”, “L’uccellino della radio”.