Hotel sul mare bufera su Antonelli L’Idv: «Si dimetta»
Scontro sui permessi edilizi, ma l’assessore non lascia Il Pd: sulla riviera di Porta Nuova violate le norme
PESCARA. Si alza ancora di più il livello dello scontro in Comune sul progetto della società Pescaraporto che prevede hotel, uffici e negozi sul mare di Porta Nuova. Ieri, il capogruppo dell’Idv Adelchi Sulpizio è arrivato a chiedere le dimissioni di Marcello Antonelli o, in alternativa, presenterà lui stesso una mozione di sfiducia, perché ritiene che l’assessore all’urbanistica non abbia fatto nulla per evitare che venissero rilasciati i permessi per costruire agli azionisti della società, i costruttori Andrea e Luca Mammarella e la famiglia del noto avvocato Giuliano Milia, difensore dell’ex sindaco Luciano D’Alfonso. Il loro progetto manda a monte l’intero Piano particolareggiato 2 che fissa una serie di paletti per la riqualificazione dell’area golenale e portuale di Porta Nuova. Sorgeranno hotel e palazzi alti sette piani sul lungomare, tra l’ex Cofa e il porto turistico. Tutto questo perché, secondo il Comune che ha rilasciato i permessi, le norme del Decreto sviluppo del governo Monti consentirebbero di bypassare i l Piano particolareggiato, in assenza di una legge regionale ad hoc.
L’assessore ora è sotto accusa. «Sin dallo scorso mese di giugno», ha detto Sulpizio, «avevo denunciato quanto oggi sta effettivamente avvenendo nel Piano particolareggiato, con i proprietari liberi di realizzare autonomamente lungo la riviera di Porta Nuova, senza alcun vincolo, non perché dotato di poteri di preveggenza, ma perché riscontravo un’inerzia dell’assessore e dell’amministrazione nel mettere in atto una serie di iniziative per mantenere una visione unitaria di questo Piano». «Avevo invitato Antonelli in più occasioni», ha proseguito, «ad attivarsi immediatamente per evitare che l’area più importante di Pescara venisse lasciata alla libera iniziativa. Oggi riscontro, non solo che alcuna iniziativa è stata messa in atto, ma che l’assessore non ha intenzione di assumere iniziative per salvaguardare l’unitarietà del Piano». «A questo punto», ha concluso, «invito Antonelli a rassegnare immediatamente le proprie dimissioni, in caso contrario mi farò promotore di una mozione di sfiducia».
Pronta la replica dell’assessore. «Non me ne vado», ha avvertito, «l’Idv presenti pure la mozione di sfiducia, così potremo aprire un dibattito in consiglio e lì verrà fuori l’ignoranza di alcuni consiglieri». «Ora accusano me» ha continuato, «ma i dirigenti sono stati lasciati da soli. Dov’erano i consiglieri regionali, come Acerbo e il padre di Sulpizio, che adesso accusano il Comune?». Secondo il Pd, invece, quei permessi per costruire non dovevano essere rilasciati. «Il Decreto sviluppo è chiaro in proposito», ha fatto notare il vice capogruppo Enzo Del Vecchio, «l’articolo 5, comma 11, dice espressamente “resta fermo il rispetto degli standard urbanistici”. Da oggi in poi quindi, secondo l’interpretazione data dal Comune al Decreto che mette in discussione persino la pianificazione attuativa già approvata dal consiglio comunale, le scelte urbanistiche sono nelle sole mani dei costruttori». «Molte altre iniziative sono state presentate da imprenditori o cittadini» ha concluso, « e oggi, invocando il Decreto sviluppo, lo stesso utilizzato da Pescaraporto, aspettano con maggiore fiduscia il favorevole pronunciamento del Comune».
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