PESCARA
I balneatori non trovano personale: "Preferiscono il reddito di cittadinanza"
Gli stabilimenti hanno bisogno di camerieri, baristi, pizzaioli, cuochi e lavapiatti. Ma i titolari rivelano: «In tanti non vogliono rinunciare al sussidio»
PESCARA. Orgoglio e soddisfazione. Mentre la città festeggia l’ambitissimo traguardo della Bandiera Blu per il mare pulito, i balneatori lamentano qualche difficoltà nella ricerca del personale da impiegare negli stabilimenti per la stagione in arrivo.
Cercansi pizzaioli, chef, lavapiatti, baristi, camerieri, beach boys, aiuto cucina, preferibilmente specializzati. Le ore di lavoro, tra le 7 e le 22 (quando scatta il coprifuoco), variano da 4 a 8, con turnazioni da decidere caso per caso. Il compenso è quello contrattuale. Ci tengono, i titolari dei lidi, a specificare che «per nessuna ragione saranno prese in considerazione richieste di lavoro in nero». La forte sottolineatura ha una ragione precisa. Spiegano, gli imprenditori balneari, che «quest’anno è ancora più difficile cercare manodopera e professionisti del settore», perché chi si presenta al colloquio («ma talvolta disertano persino l’appuntamento fissato») mette subito le mani avanti: «Mi interessa un impiego ma non contrattualizzato perché non voglio perdere il reddito di cittadinanza». Questo è il refrain dei disoccupati, “privilegiati” dai bonus governativi. Il risultato è che i balneatori, a pochi giorni dall’avvio ufficiale della stagione balneare, non sono ancora riusciti a completare la rosa dei nominativi degli organici da inserire in cucina, al bar o sulla spiaggia.
Stefano Cardelli, titolare di Nettuno beach, in centro, e presidente di Ciba-Confartigianato, lancia l’allarme: «Quest’anno è più difficile trovare personale, tanti colleghi sono afflitti dallo stesso problema. Chi si presenta al colloquio o chiama per informazioni, anticipa che non ha intenzione di perdere il reddito di cittadinanza» senza preventivare che lo “stipendio” governativo non verrà elargito a tempo indeterminato, «e il colloquio si chiude lì. Ci servono lavoratori specializzati, ma anche motivati». Invece «nessuno ha più voglia di sbattersi per un impiego» è il commento dell’imprenditore che negli ultimi anni ha dato lavoro a centinaia di giovani.
A La Prora sono già sotto contratto «cinque persone, tra camerieri, chef e preparatori di piatti hawaiani, me ne occorrono altre 4: 2 aiuto cucina e 2 addetti alla brace», è l’appello del titolare del lido, Lorenzo Iulianetti che rimarca la «difficoltà di reperire personale disposto ad andare fuori orario, all’occorrenza. Tutti chiedono un solo turno, mattina o sera». Ammette, Iulianetti, che «forse paghiamo anche lo scotto di non aver intercettato i bisogni dei lavoratori, negli anni passati».
Sono tantissimi gli stranieri che cercano un impiego negli stabilimenti balneari «li prenderemmo volentieri ma molti, purtroppo, non sono qualificati» conclude il balneatore che sta preparando il lido «per accogliere i campionati di beach volley». E sulla Bandiera Blu: «È il nostro riscatto dopo gli anni dell’inquinamento e gli stop imposti dal Covid».
Al lido La Capponcina, riviera nord, servono «un aiuto pizzaiolo e un cameriere con turni fino a 7 ore e compensi che possono superare i mille euro», è la proposta allettante del titolare Paolo Farchione che «rileva la scarsità di personale, gli altri anni i candidati, di più gli uomini, meno le donne, ci lasciavano i curricula. Oggi, invece, nel post Covid vengono a cercare lavoro, ma avvertono di non voler rinunciare al reddito di cittadinanza: è una stortura del sistema. E con la Bandiera Blu quest’anno sarà l’esplosione della riviera».
Angelo Sissa, titolare de Il Pirata, riviera sud, ogni anno assume una ventina di persone, più o meno lo stesso numero di organici degli altri lidi. Quest’anno mancano all’appello un cuoco, un lavapiatti e un tuttofare in spiaggia.
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