I grillini: «Insegne negozi quella tassa non è dovuta»
Il Movimento 5 Stelle denuncia un’errata interpretazione del regolamento Cosap «È stata pagata l’imposta per vent’anni, adesso il Comune rischia i ricorsi»
PESCARA. I commercianti di Pescara avrebbero versato al Comune, per quasi vent’anni, una tassa non dovuta: quella sulle insegne d’esercizio. A sostenerlo è il Movimento 5 Stelle che ha scoperto un presunto errore da parte del Comune, ossia un’errata interpretazione del regolamento Cosap, il Canone di occupazione del suolo pubblico.
Secondo i pentastellati, la tassa sul suolo pubblico dovrebbe essere applicata, per quanto riguarda le attività commerciali, solo a cartelloni e mezzi pubblicitari. Invece, sarebbe stata applicata per anni anche alle insegne di esercizio, quelle che si trovano al di fuori dei negozi per indicare le attività svolte. Insegne che, a detta dei grillini, in base al Regolamento comunale sulla pubblicità, non sarebbero considerate pubblicitarie. A segnalare l’anomalia è stato Giampiero Lettere, consulente e attivista del Movimento 5 Stelle. «I cartelloni e gli altri mezzi pubblicitari che devono essere soggetti al Canone per l’occupazione del suolo pubblico», spiega Lettere, «vengono definiti dal Piano generale degli impianti pubblicitari, ma le insegne d’esercizio non sono considerate all’interno di quest’ultimo, quindi non devono essere soggette al canone».
Se questa tesi venisse confermata, si rischierebbero centinaia di ricorsi da parte di commercianti, che potrebbero richiedere indietro al Comune i pagamenti della Cosap degli ultimi cinque anni. Si tratta di decine di migliaia di euro. Basti pensare che per un’insegna di 2,5 metri si pagano ogni anno 63 euro di canone all’anno.
«Gli uffici comunali per prassi consolidata», dice la capogruppo di M5S Enrica Sabatini, «chiedono un’istanza di occupazione del suolo pubblico permanente anche alle insegne di esercizio, ossia quelle insegne che si limitano ad indicare l’attività commerciale svolta e che, in quanto tali, non dovrebbero prevedere alcuna imposta pubblicitaria, né alcun canone per l’occupazione di spazi pubblici, destinato esclusivamente a specifici cartelloni, o ad altri mezzi pubblicitari». Ora, la capogruppo ha presentato una proposta di delibera per superare questa presunta anomalia, modificando il regolamento comunale per escludere dall’imposta le insegne d’esercizio.
Questa interpretazione «errata» ha avuto un’altra conseguenza e cioè la richiesta, da parte del Comune, di un’istruttoria di occupazione del suolo pubblico permanente dal costo, a carico dei cittadini, di 110 euro, più 7 marche da bollo da 16 euro l’una, oltre alla registrazione del contratto all’Agenzia delle entrate, per una spesa totale di 675 euro. Invece, secondo M5S, dovrebbe essere richiesto solo un costo di 75 euro per la pratica edilizia.
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