I sindaci del cratere abruzzese: è ora di avviare la ricostruzione
I primi cittadini lamentano il rallentamento delle procedure per il sovrapporsi delle pratiche del 2016 con quelle ancora non concluse del terremoto del 2009. E l’inverno si avvicina
L’AQUILA. Una fase di emergenza che non accenna a terminare, una ricostruzione lenta o assente, problemi che si sommano tra chi ha già vissuto il terremoto del 2009. A che punto sono gli interventi nei comuni del cratere abruzzese allle porte dell’inverno? Quante sono le famiglie ancora sfollate? A che punto è la messa in sicurezza degli edifici pubblici? A queste domande rispondono i sindaci dei comuni abruzzesi della provincia di Teramo e L’Aquila inseriti nell’area del cosiddetto cratere sismico del 2016-2017.
DOPPIO CRATERE. E si scopre, per esempio, che nei comuni dell’entroterra teramano, appartenenti tutti al nuovo cratere, si attende una normativa che regoli l’accavallamento dei danni del sisma 2009 con quelli del sisma 2016 per sbloccare una parte di ricostruzione del 2009 che ancora non è stata portata a compimento. Il problema della sovrapposizione è particolarmente sentito nei comuni a doppio cratere dove la ricostruzione fuori dai centri storici è stata terminata e, a causa di questo vuoto normativo, si rischia di bloccare quella dei centri storici, i cui piani sono stati approvati tutti nell’ultimo anno. «Quello della sovrapposizione è un nodo da sciogliere al più presto», dice Adolfo Moriconi sindaco di Fano Adriano. E a ribadire la stessa necessità sono i sindaci di Castelli Rinaldo Seca, di Pietracamela Michele Petraccia e di Tossicia Franco Tarquini che aggiunge: «Qui è tutto fermo in attesa della normativa».
LE SCUOLE. La situazione è meno preoccupante nei Comuni di Castel Castagna, Rocca Santa Maria, Cortino, Torricella Sicura, Valle Castellana e a Isola del Gran Sasso che non erano nel cratere del 2009. Ma problemi ce ne sono. A Isola del Gran Sasso ancora non sono pronte le nuove strutture scolastiche. «Non sono soddisfatto per i tempi di realizzazione della scuola media, al di là dei finanziamenti ottenuti», dice il primo cittadino Roberto Di Marco «e a breve procederemo con le opere di fondazione per il musp che accoglierà la scuola primaria donata dalla Cri». Sono stati, inoltre finanziati il recupero del Terminal di San Gabriele per 942mila euro e del municipio di Torricella Sicura di 3milioni e 800 mila euro. In molti Comuni sono poche le pratiche di ricostruzione presentate soprattutto riguardanti gli edifici non totalmente inagibili con suggerimento del sindaco di Torricella, Daniele Palumbi di «dare un termine per la presentazione delle pratiche almeno per la cosiddetta “ricostruzione leggera”.
ORGANICI CARENTI. Infine sulle lungaggini che si sono verificate all’Ufficio territoriale per la ricostruzione di Montorio per le pratiche del 2009, il nuovo responsabile dell’ufficio nonché sindaco di Colledara Manuele Tiberii rassicura che «l’organico è stato reinserito e si è ripartiti a pieno regime».
«La ricostruzione vera ancora non parte, siamo all’anno zero». Breve e coinciso è il primo cittadino di Crognaleto Giuseppe D’Alonzo che parla di «burocrazia lenta e difficoltosa che sta facendo impoverire i paesi, che probabilmente scompariranno, perché nessuno ha preso in considerazione il fattore tempo». D’Alonzo parla di difficoltà oggettive «della piattaforma che ha portato il commissario Errani alla sovrapposizione del terremoto del 2009 a quello del 2016. Non si riesce a trovare una soluzione per uscire da questo empasse». E in questa fase, che definisce ancora «emergenziale» il sindaco di Crognaleto ha un solo numero a disposizione, ovvero quello delle 11 piattaforme che la Protezione Civile sta realizzando sul suo Comune (2 a Nerito, 2 a Tottea, 2 a Frattoli, 3 a Cesacastina e 2 a San Giorgio) per costruire i SAE (soluzioni abitative emergenziali) che con molta probabilità saranno pronti per dicembre. Se le scuole inagibili sul territorio sono due, partiranno a giorni i lavori di abbattimento di uno dei due edifici, quello di Tottea che il sindaco conta di restituire ricostruito alla comunità il prossimo anno.
SFOLLATI IN ALBERGO Montorio le cose non vanno poi tanto diversamente. Anche qui si vive ancora in fase emergenziale con 96 nuclei ancora assistiti negli alberghi e 307 famiglie che percepiscono l’autonoma sistemazione. Ad occhio e croce mille persone fuori casa. La prossima settimana, secondo quanto spiegato dal sindaco Gianni Di Centa, partiranno con forte ritardo le opere di urbanizzazione per la realizzazione dei 49 SAE che sorgeranno fra Montorio e (44) e Villa Maggiore (5). «Attendiamo anche il bando delle unità immobiliari invendute che ci permetteranno di mettere mano alle richieste aggiuntive pervenute da altre 30 famiglie e aspettiamo risposte per le aziende con i capannoni ancora a terra che non riescono a ripartire». Di Centa denuncia «procedure farraginose» e come il suo collega D’Alonzo la «sovrapposizione dei piani di ricostruzione del 2009 a quelli del 2016, che di fatto ha bloccato la ricostruzione».
Sul fronte scuola, il sindaco di Montorio ha spiegato come sia stata affidata la progettazione per i lavori di demolizione e ricostruzione della scuola dell’infanzia di Leognano (390 mila euro) che sarà pronta, con molta probabilità, il prossimo settembre. Altro capitolo è quello delle chiese, ancora tutte chiuse. «Sono stati finanziati gli interventi per i Cappuccini (300 mila euro) e San Rocco (950 mila euro) i cui progetti verranno redatti dal Mibact». Anche a Campli restano molte ferite aperte per terremoto e maltempo. «Abbiamo realizzato molti interventi di messa in sicurezza», spiega il sindaco Pietro Quaresimale, «ma ce ne sono da fare ancora parecchi». Il primo cittadino lamenta in particolare il mancato arrivo di fondi per il pagamento delle ditte che hanno liberato le strade durante la nevicata eccezionale di gennaio. «La ripresa dopo le emergenze recenti è lenta», fa sapere Quaresimale, «il centro storico è stato rimesso in sicurezza e le attività hanno riaperto, ma in altre zone sono ancora necessari interventi».
PROGETTO CASE. Gli sfollati del comune di Capitignano, tra i più danneggiati dell’Alta Valle dell’Aterno, sono in attesa dell’ultimazione di 18 Sae (strutture abitative di emergenza), che dovrebbero essere pronte entro il mese di novembre. Nel frattempo sono in parte ospitati negli alloggi del progetto Case, nel comune dell’Aquila, e in parte usufruiscono del Cas, il contributo di autonoma sistemazione: «I residenti con la casa classificata E», spiega il sindaco Maurizio Pelosi, «andranno nelle Sae in costruzione, che si trovano vicino ai vecchi Map (moduli abitativi provvisori) del sisma del 2009 e nella frazione di Pago. Tutti gli altri, continueranno ad avere altre forme di assistenza. I progetti di ristrutturazione sono in fase di definizione e ci auguriamo tempi e procedure veloci».
Il terremoto del 2017 ha lasciato a Pizzoli senza casa una trentina di persone, che hanno tutte trovato una sistemazione alternativa: «Nel villaggio Map realizzato dopo il sisma del 2009», afferma il sindaco Gianni Anastasio, «sono attualmente ospitati coloro che hanno avuto l’abitazione danneggiata, ma anche sfollati arrivati dai comuni di Amatrice e Accumoli. Alcuni residenti hanno preferito l’autonoma sistemazione. I danni dell’ultimo terremoto sono stati lievi, ma nel frattempo si è rallentata la ricostruzione del 2009. Alcune normative si sono sovrapposte e occorre fare chiarezza per far ripartire i progetti».
POCHE RISORSE. Nel comune di Barete sono 3 o 4 i nuclei familiari che hanno dovuto abbandonare la casa danneggiata a gennaio: «Hanno trovato ospitalità nei Map del 2009», dichiara il sindaco Leonardo Gattuso, «e non abbiamo ricevuto richieste per la realizzazione di ulteriori alloggi provvisori. Per quanto riguarda il piano di ricostruzione del 2009, che comprende anche le seconde case, siamo stati i primi ad approvarlo e sta procedendo bene, direi che sono stati completati i due terzi degli interventi». Inserito nel cratere del 2017 insieme a Barete e Pizzoli, il comune di Cagnano Amiterno conta una decina di nuclei familiari che vengono ospitati negli alloggi del progetto Case, e un altro paio di famiglie nei Map di Barete. Inoltre, ci sono una cinquantina di persone che usufruiscono del Cas, più altri 10 nuclei familiari ancora assistiti dal 2009. «Stiamo lavorando con poche risorse e con i tributi sospesi», sottolinea il sindaco Iside Di Martino, «e soprattutto dobbiamo fronteggiare due emergenze, quella del 2009 e quella del 2016-2017. Con la Regione Abruzzo e gli altri comuni del cratere siamo definendo le linee guida per arrivare ad un unico strumento normativo».
Gennaro Della Monica
Adele Di Feliciantonio
Catia Di Luigi
Romana Scopano