REGGIO CALABRIA
I tentacoli delle cosche sull'Abruzzo, coinvolto ex calciatore
Imprenditori arrestati e indagati, a Pescara impiegati capitali di provenienza criminale per avviare e gestire due supermercati. In città preso un ex consigliere comunale reggino, e secondo l'inchiesta il tessitore dell'operazione era l'ex giocatore "Ciccio" Cozza
REGGIO CALABRIA. I tentacoli delle cosche calabresi si allungano sull'Abruzzo e in particolare sulla provincia di Pescara dove sono stati investiti capitali di provenienza illecita e autoriciclaggio finalizzati all'avviamento e alla gestione di due supermercati. E' il capitolo che l'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Reggio Calabria - sfociata questa mattina nell'operazione "Planning" con 12 arresti tra imprenditori e politici - riserva all'Abruzzo.
Dietro alle due attività commerciali vi sono imprenditori reggini - uno dei quali, Domenico Giovanni Suraci, di 54 anni, detto "Dominique" ex consigliere comunale arrestato dalla Finanza a Pescara - accumunati dai rapporti di solidarietà criminale con la cosca De Stefano, sebbene questo, sempre secondo quanto emerso dall'inchiesta, non sarebbe l’unico tratto collusivo con la ‘ndrangheta reggina, atteso come la gran parte di loro vanterebbe anche ulteriori rapporti di solidarietà criminale con altre cosche.
E fra gli indagati coinvolti nel "giro" abruzzese c'è anche l'ex calciatore della Reggina Francesco Cozza, di 48 anni. La Dda di Reggio Calabria ipotizza a suo carico il reato di associazione per delinquere, aggravata dal favoreggiamento alla criminalità organizzata.
Secondo il procuratore della Repubblica Giovanni Bombardieri e i sostituti della Dda Stefano Musolino e Walter Ignazitto, Cozza sarebbe stato uno dei partecipi al sodalizio criminale finalizzato «alla commissione di una pluralità di delitti di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio». L'ex calciatore, attraverso la società "Business Group", sarebbe coinvolto, in particolare, negli illeciti che avrebbero riguardato la realizzazione dei centri commerciali in Abruzzo.
L'operazione "Planning" è stata condotta dalla Dia e dalla guardia di finanza di Reggio Calabria. Le indagini, durate 2 anni, hanno avuto ad oggetto illeciti commessi dal 2011 al 2021.
In Lombardia, Abruzzo, Lazio e Calabria, Dia e finanzieri hanno dato esecuzione al sequestro preventivo, finalizzato alla confisca per equivalente, disposto dalla Procura reggina, di 27 imprese, di cui una con sede legale in Slovenia e una in Romania, 31 unità immobiliari, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 32 milioni di euro.
Per l'ex consigliere comunale di Reggio Calabria Domenico Giovanni Suraci, il gip Antonino Foti ha disposto la custodia cautelare in carcere. Gli altri sono: gli imprenditori Francesco Armeni, di 68 anni, Andrea Chilà, di 57, Domenico Gallo, di 66, Giampiero Gangemi, di 53, Sergio Gangemi, di 48, Fortunato Martino, di 59, e Antonino Mordà, di 53. Gli arresti domiciliari sono stati disposti, invece, per gli imprenditori Gaetano Coppola, di 83 anni, Roberto Di Giambattista, di 65, Vincenzo Lo Giudice, di 60, e Giuseppe Antonio Milasi, di 53.
Secondo la Dda, i ruoli nella vicenda dei centri commerciali nella provincia di Pescara, oltre a quello di Cozza, erano ben definiti. Si legge nell’ordinanza: "Martino Fortunato, Lo Giudice Vincenzo e Suraci Domenico Giovanni, erano promotori ed organizzatori dell’associazione, avviavano e gestivano sul territorio pescarese due supermercati, riferibili alla Business Group S.p.a. che li gestiva tramite la partecipata Business Food S.r.l, intestate fittiziamente a terzi, nelle quali impiegavano le risorse finanziarie di provenienza delittuose, fatte confluire da Giampiero Gangemi prima e dallo stesso Fortunato Martino, poi; Gangemi Giampiero, quale partecipe, attratto dall’iniziativa imprenditoriale abruzzese avviata dai sodali di origine reggina utilizzava le risorse finanziarie provenienti dai reati descritti, per finanziare attraverso la FTServiceS.r.l. e la ITTrade S.r.l l’avviamento dei centri commerciali controllati dalla Business Group S.p.a. tramite la partecipata Business Food S.r.l, recedendo, poi, dal patto di solidarietà economica".