PESCARA

Il Comune sfratta l'associazione per disabili

La presidente di “Sottosopra” Cristina Celsi: “Proposte alternative impraticabili, chiediamo altro tempo per una soluzione dignitosa”

PESCARA. Il Comune di Pescara sfratta l’associazione Sottosopra, che dal 2010, nella sede di via Rubicone, svolge a carattere volontario preziose attività riservate alle persone disabili, rappresentando un punto di riferimento fondamentale e insostituibile per numerose famiglie pescaresi. All’associazione, il 22 settembre scorso, è stata recapitata una missiva con l’invito, da parte dei dirigenti comunali, a lasciare “entro 10 giorni i locali di via Rubicone” e a trasferirsi in una delle due sedi alternative proposte dal Comune, che però risultano palesemente inadatte alle specifiche esigenze delle persone disabili.

“Comprendiamo che la sede di via Rubicone sia interessata da lavori di ristrutturazione e siamo pronti a spostarci – dice la presidente di Sottosopra, Cristina Celsi – tuttavia la prima soluzione che ci è stata proposta, sempre in via Rubicone, riguarda un locale al primo piano, servito da un ascensore che non può essere utilizzato autonomamente da un disabile e provvisto di un bagno, solo teoricamente riservato ai disabili, ma in realtà inaccessibile per alcune tipologie di carrozzine".

"Ci è stato inoltre spiegato che non potremmo lasciare all’interno del locale alcun tipo di materiale – prosegue Celsi – mentre noi abbiamo la necessità di trasferire nella nuova sede una serie di attrezzature indispensabili per le attività che abitualmente svolgiamo”.

La seconda opzione prospettata dal Comune appare perfino peggiore. “Parliamo dei locali della scuola Foscolo, che versano in uno stato di totale abbandono e degrado – osserva la presidente dell’associazione – ci sono grate alle finestre e infiltrazioni nel soffitto, piove all’interno dello stabile e non sarebbe dunque garantita né la sicurezza delle persone né quella delle nostre attrezzature”.

Celsi chiede quindi all’amministrazione comunale di “concedere altro tempo all’associazione, al fine di individuare, di comune accordo, una soluzione che risulti dignitosa e adeguata alle necessità delle persone disabili”.