Il giudice di pace potrebbe restare
Uno spiraglio dalla commissione Giustizia del Senato
PENNE. La sorte dell’ufficio del giudice di pace di Penne non è ancora segnata. La seconda commissione Giustizia del Senato, presieduta da Filippo Berselli del Pdl, ha presentato alcuni emendamenti inerenti il disegno di legge sul riordino della magistratura onoraria per effetto dei quali molti uffici come quello vestino potrebbero sopravvivere alla mannaia dei tagli imposti dal Governo Monti anche nell’ambito delle istituzioni giudiziarie. A darne notizia è il coordinatore cittadino del Pdl Antonio Baldacchini che lancia anche un appello al sindaco Rocco D’Alfonso per unire le forze in questa battaglia per la tutela del presidio pennese.
«C’è uno spiraglio per la salvezza dell’ufficio del giudice di pace di Penne», afferma Baldacchini, che nei giorni scorsi ha interessato della problematica i vertici romani del partito. «La commissione Giustizia del Senato ha presentato alcuni emendamenti al disegno di legge per la riorganizzazione della magistratura onoraria. In questo contesto legislativo», aggiunge il coordinatore, «la sede di Penne, che non avrebbe oggi i due requisiti fissati dalla legge, può aspirare, secondo le proiezioni del Ministero, a ottenere una sezione distaccata dell’ufficio del giudice di pace nonostante il numero di abitanti sia inferiore a centomila e non sia un capoluogo di provincia». In sintesi l’ipotesi proposta che andrà al vaglio del Senato è quella di mantenere almeno una sezione distaccata del giudice di pace di ogni tribunale lì dove un tempo c’erano i mandamenti delle preture, tratto comune questo anche a Pianella e San Valentino che rivendicano la medesima prerogativa. «Ci attiveremo», aggiunge Baldacchini, «per recuperare personale amministrativo per rimpinguare l’organico della cancelleria, attraverso la mobilità degli statali e le opzioni offerte oggi dalla spending review. Chiediamo al sindaco Rocco D’Alfonso di impegnarsi a favore del presidio giudiziario vestino: c’è bisogno di coesione politica a favore della città che può essere dimostrata sostenendo la nostra azione politica». Secondo il sindaco D’Alfonso invece l’ipotesi più accreditata per salvare gli uffici giudiziari, prospettata dallo stesso disegno di legge agli enti locali, è quella di accollarsi in toto le spese di gestione e del personale anche consorziandosi tra loro. L’amministrazione di Penne sta organizzando per la fine di giugno una tavola rotonda per discutere la questione con la cittadinanza e i sindaci dell’area e alla quale prenderanno parte anche alcuni parlamentari che relazioneranno sulla situazione attuale.
«Siamo pronti ad accogliere ogni proposta utile a salvare il polo giudiziario pennese, anche non proveniente dalla nostra parte politica», sottolinea D’Alfonso, «purché sia percorribile, tenendo presente lo stato dei bilanci dei singoli Comuni del comprensorio vestino, in particolare quello di Penne che ora non ha la capacità finanziaria per un impegno economico che supera i 100 mila euro nel caso in cui fossero gli enti locali a dover far fronte alle spese». ©RIPRODUZIONE RISERVATA