Il ministro oggi lancia il piano che può salvare anche Stellantis
Mezzi diesel e a benzina oltre il 2035: Urso, dopo l’annuncio a Pescara, ufficializza la proposta
PESCARA. Prende corpo il piano che può salvare il futuro di Stellantis ad Atessa. E non solo. L'obiettivo è ritardare lo stop nel 2035 ai veicoli a benzina e diesel.
Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha anticipato giovedì scorso la sua proposta durante l’Abruzzo Economy Summit all’Aurum di Pescara, in totale sintonia con il presidente della Regione, Marco Marsilio. E già oggi la presenterà a Confindustria e alle altre principali associazioni imprenditoriali e ai sindacati.
Il piano-Urso è il primo passo per applicare, a partire dal prossimo anno, la clausola di revisione che il nuovo Regolamento Ue sulla riduzione delle emissioni di CO2 prevede invece per il 2026. Il regolamento, pubblicato lo scorso anno, stabilisce per nuove auto e veicoli commerciali leggeri il taglio delle emissioni di CO2 del 100% entro il 2035.
In altre parole: lo stop all’immatricolazione di modelli con motori termici. Con la possibilità però di riesaminare, in corsa, questa scadenza, «tenendo conto degli sviluppi tecnologici e dell’importanza di una transizione economicamente sostenibile ed equa dal punto di vista sociale».
La crisi globale del mercato dell’Automotive e il ricorso sempre più frequente agli ammortizzatori sociali, inducono il governo, con urgenza, a proporre all’Ue di rimodulare i tempi della svolta del Green deal, schiacciando il piede sul pedale del freno.
Ad anticipare l’incontro di oggi, tra il ministro e le parti sociali, è stato il Sole 24 Ore che ha definito la proposta del Mimit per ammorbidire i vincoli europei sui mezzi diesel e benzina, e quindi anche sui furgoni commerciali prodotti in Val di Sangro, una sfida per «una transizione ecologica industrialmente equa che il governo vuole intestarsi in Europa sfruttando il rinnovo della Commissione» Ma la strada non è in discesa. «Se si andrà al riesame sprint, magari già nel primo trimestre del prossimo anno», rimarca il quotidiano di Confindustria, «il governo a quel punto potrà spingere per posticipare lo stop alle auto termiche che a regole attuali scatterebbe nel 2035. In alternativa», aggiunge, «se non ci fosse consenso in Europa per modificare questa scadenza, secondo l’esecutivo italiano bisognerebbe istituire un Fondo europeo di compensazione per produttori e consumatori alle prese con i costi della transizione».
Sono queste le due strade che il ministro dell’Industria ha davanti a sé, con l’obiettivo di rimettere in gioco anche i biocarburanti per alimentare le nuove auto. Nel piano-Urso, peraltro, si rimarca il rischio che già dal 2025, in virtù dei primi obiettivi di aumento della quota di auto a basse e zero emissioni, i produttori europei andranno incontro a sanzioni stimate tra i 7,5 e i 15 miliardi di euro.
Dopo l’incontro di oggi, la proposta sullo stop all’elettrico approderà alla Conferenza sull’Automotive in programma mercoledì a Bruxelles e, il giorno dopo, al Consiglio Competitività. E in questa fase di un complesso iter, definito dal Sole 24 Ore “una battaglia” che l’Italia sta per ingaggiare in Europa, entra in gioco anche il governatore Marsilio. Ma facciamo un breve passo indietro.
A giovedì scorso quando Urso, intervenendo da remoto al Summit abruzzese sull’economia, ha esordito affermando che nel 2023 «l’export ha registrato un incremento del 13.6% collocando la vostra Regione al quarto posto nella graduatoria nazionale. Un risultato possibile grazie al contributo indicativo di settori trainanti come l’Automotive e il farmaceutico, che hanno saputo attrarre e valorizzare investimenti strategici, in particolare nell’area del Val di Sangro».
Subito dopo ha annunciato ciò che farà da oggi: «Occorre adesso creare le condizioni affinché il vostro potenziale possa esprimersi al meglio, promuovendo politiche di sviluppo mirate, investimenti in innovazione, formazione, infrastrutture a partire proprio dall’Automotive in cui vi è una grande scommessa in sede europea, che vede», ha rimarcato Urso, «il nostro Governo impegnato in prima linea per rivedere il percorso del Green deal e rendere sostenibile lo sviluppo ambientale e la transizione con una significativa transizione industriale. Dobbiamo farlo, dobbiamo coniugare l’una e l’altra cosa insieme come ha detto anche nel report sulla competitività l’ex premier Draghi: rendere compatibile la politica industriale con quella ambientale. Le decisioni che saranno assunte nei prossimi mesi dalla nuova Commissione», ha concluso, «indirizzeranno in maniera decisiva il mercato dell’auto».
Il presidente Marsilio ha colto la palla al balzo, affermando, poco dopo dal palco dell’Aurum: «Per questo, intendo incoraggiare Parlamento e Commissione Ue, attraverso un parere di cui sarò relatore al Comitato europeo delle Regioni, dal 7 al 10 ottobre a Bruxelles, per ripensare l’agenda della transizione ecologica verso l'elettrico. La sostenibilità non deve essere solo ambientale ma anche sociale. Continuando a inseguire obiettivi irraggiungibili o fuori portata per il mercato, rischiamo un danno irreparabile».