Impianto di smaltimento dei rifiuti Masci: «Ci aiuterà a ridurre i costi» 

Il sindaco difende l’opera che nascerà a Città Sant’Angelo e assicura risparmi di oltre il 30 per cento Poi risponde alle critiche: «Perché farlo costruire dalle imprese private? Sarà pronto in tempi brevi» 

PESCARA. «Il biodigestore è un impianto sostenibile dal punto di vista ambientale, produce energia che ritorna sul territorio e permette di abbattere i costi di smaltimento dei rifiuti». Il sindaco Carlo Masci difende a spada tratta l'ecovalorizzatore che verrà realizzato su un terreno di Città Sant'Angelo per mezzo di un intervento in partnership pubblico-privato, per un totale di 30 milioni di euro, di cui 15 da parte di due aziende del gruppo Snam. Sull'opera è montata la polemica di centrosinistra e Movimento 5 Stelle di Pescara, Città Sant'Angelo, Spoltore, Popoli e degli altri Comuni soci di Ambiente Spa, ribadita ieri in una conferenza stampa. Tra i quesiti sollevati, il motivo per cui per la realizzazione del progetto non si è partecipato ai bandi del Pnrr, ma si è percorsa la strada di un finanziamento della Banca europea degli investimenti. Un mutuo da 15 milioni di euro, acceso dal Comune di Pescara, che dovrà essere restituito con gli interessi. «Non c'erano le condizioni per inserire il progetto tra i fondi del Pnrr», dice Masci «perché sarebbe servito un terreno su Pescara per realizzare l'impianto. Terreno che non c'è. La filosofia del biodigestore è ormai entrata in tutte le politiche europee di sostenibilità ambientale. Non c'è nulla di inquinante che viene immesso nell'atmosfera e il rifiuto viene trasformato in energia. Il fondo della Bei, che basa i suoi finanziamenti proprio sugli investimenti sostenibili, ci permette di ottenere le risorse a un costo bassissimo». Altro punto oggetto di critiche è la presenza del privato per la gestione. «La leva del privato è percorribile, prevista dalla normativa ed è l'unica opzione possibile, che peraltro accelera i tempi. Stiamo facendo questa operazione per abbattere i costi per i cittadini. Oggi smaltiamo i rifiuti ad Avezzano pagando 130 euro a tonnellata. Domani, con l'impianto sul territorio pescarese, avremo un risparmio di almeno il 30 per cento. Se c'è da migliorare il project, lo faremo, ma quello che non deve succedere è dire no a prescindere», chiosa Masci. A ripercorrere tappe e vantaggi del progetto è Massimo Papa, presidente di Ambiente Spa, (società composta per l'80 per cento dal Comune di Pescara, per il 7 per cento da Città Sant'Angelo e il restante 13 da circa 30 Comuni del territorio), che parla di «un nuovo impianto per dimezzare i costi in bolletta e ridurre l’inquinamento. I principali obiettivi della normativa ambientale comunitaria impongono il risparmio delle risorse naturali, idriche ed energetiche, e la riduzione dell’inquinamento. Obiettivi che in provincia sono distanti, soprattutto a causa della carenza di impianti di gestione adeguati». Papa ricorda che dal 2019 le tre società pubbliche Ambiente, Attiva e Linda si sono unite «con l’obiettivo di realizzare il sistema impiantistico d’ambito per il recupero dei rifiuti nell’area metropolitana, la cui proposta è stata approvata dall’assemblea dei soci il 10 gennaio scorso e prevede importanti investimenti». Entrando nel dettaglio dell'impianto della discordia, Papa ricorda come Ambiente abbia «ricevuto una proposta di project financing da parte di Ranerwaste e Ies Biogas, due aziende del gruppo Snam, principale operatore europeo di stoccaggio e trasporto di gas. Questo progetto prevede per i Comuni soci di Ambiente un grande risparmio nei costi di gestione dell’organico. Le economie si andranno a tradurre nella diminuzione dei costi in bolletta e in ulteriori vantaggi economico-ambientali che vanno dall'immissione sul mercato di compost alla produzione di biometano. Compito e dovere dell’assemblea di Ambiente sarà valutare dettagliatamente una serie di modifiche e integrazioni rispetto all’ipotesi progettuale ricevuta. Ci si trova dunque solo all’inizio di un percorso ancora molto lungo e articolato di lavoro».