Imprenditore falsifica i bilanci per ottenere fondi europei: rinviato a giudizio
Commerciante di abbigliamento incassa i fondi pubblici del Pnrr ma spuntano bilanci falsificati. Secondo gli accertamenti della Finanza, i contributi sarebbero stati dirottati ad altri scopi
PESCARA. Truffa aggravata ai danni dell’Unione Europea e malversazione in erogazioni pubbliche. Sono i due reati dai quali dovrà difendersi davanti ai giudici del tribunale di Pescara l’imprenditore di origine pugliese, Antonio De Palma, e la sua azienda, la Stock House Abbigliamento srl, con sede a Pescara. A mettere in moto l’inchiesta e a portarla fino alla conclusione, è stata la Procura europea che ha formulato al gip di Pescara (competente perché a Pescara ha sede la società e qui sono stati depositati i bilanci ed è stato acceso il conto corrente su cui sono stati accreditati e distratti i finanziamenti) la richiesta di rinvio a giudizio.
Si tratta di fondi pubblici erogati dall’Unione europea con risorse provenienti dal NextGenerationEU (soldi del Pnrr) e gestisti dalla Simest, e quindi di competenza della Procura europea, che ha avviato indagini a tappeto su questi finanziamenti. Il responsabile della società, stando a quanto accertato dalla guardia di finanza, avrebbe richiesto questi fondi riguardanti «un finanziamento finalizzato alla “transizione digitale ed ecologica delle Pmi con vocazione internazionale” per un totale di 200mila euro erogati da Simest e finanziato con risorse del Pnrr», senza essere in possesso dei requisiti necessari.
Il primo criterio per ottenere i fondi era quello di depositare al registro delle imprese (locale Camera di Commercio), almeno due bilanci relativi a due esercizi completi (nel caso specifico 2019 e 2020). Ma le indagini avrebbero accertato che quei bilanci depositati «presentavano dati non veritieri». Secondo quei bilanci, nel 2019 la società aveva fatturato 680 mila euro, mentre l’anno successivo un milione. Dati falsi, secondo le fiamme gialle, in quanto negli anni considerati la società non avrebbe emesso nessuna fattura e «ha sistematicamente omesso di versare imposte a debito, non è intestataria di alcun immobile né è titolare di contratti di locazione né è intestataria di utenze necessarie per l’esercizio dell’attività, nonché De Palma risulta aver riportato diverse condanne, tra cui una anche per il reato di truffa (Corte d’Appello di Brescia)».
Incassata la prima tranche di 100mila euro (di cui 40mila a fondo perduto), l’imputato, non solo non destinava la somma alle finalità per cui il finanziamento era concesso, ma non ottemperava neppure agli «obblighi di restituzione del capitale versato (i restanti 60mila, ndr)». Nell’udienza che si è tenuta a Pescara davanti al gup Francesco Marino, la pubblica accusa è stata tenuta dal rappresentante della Procura europea, Alberto Pioletti, da remoto. De Palma (difeso dall’avvocato Davide Antonioli) e la società (assistita dall’avvocato Augusto La Morgia), che deve rispondere di responsabilità amministrativa, sono stati rinviati a giudizio e dovranno comparire davanti al collegio il prossimo 6 marzo.