Influenza A, primo caso a Pescara
Una trentenne contagiata durante un viaggio in Gran Bretagna.
PESCARA. Era tornata da due giorni da un viaggio in Gran Bretagna e la sua temperatura è salita a 39 gradi. Un rialzo febbrile, il sintomo caratteristico dell’influenza che nell’aprile 2009 si è presentata per la prima volta in Messico, prendendo poi il nome di influenza suina. Il 16 luglio scorso, una donna pescarese si è rivolta al pronto soccorso dell’ospedale Santo Spirito ed è stata sottoposta all’esame del tampone che le ha confermato l’influenza A. E’ una trentenne, di ritorno da uno dei Paesi dove il virus A/N1H1 è più diffuso, il primo caso pescarese di influenza suina. La ragazza, che per una settimana è stata tenuta in isolamento domiciliare, ha terminato proprio ieri il periodo di osservazione e, adesso, è guarita. Continuano invece i controlli sui contatti più stretti della donna e su dieci persone inquadrate come casi sospetti e che ogni giorno comunicano ai medici il loro stato febbrile.
«Per la donna si è trattato di una forma blanda di influenza», spiega Carla Granchelli, direttore del servizio di igiene e prevenzione della Asl pescarese e che, insieme, al comitato pandemico nato proprio all’interno dell’azienda ospedaliera, si occupa di valutare i casi, di eseguire le analisi in laboratorio, di confermare o meno la presenza della febbre e di inviare i campioni all’Istituto superiore di sanità di Roma. Un protoccolo che, nel caso della donna colpita dall’influenza, ha messo in moto le misure previste: l’esame del tampone e l’isolamento in casa, la scelta prevista per quei pazienti meno debilitati. A casa, la donna, è stata sottoposta alla terapia di sostegno antivirale e ha comunicato per due volte al giorno ai medici il suo stato febbrile fino alla guarigione.
La febbre suina si manifesta con i classici sintomi dell’influenza: febbre, dolori muscolari, mal di gola. I Paesi in cui il virus è più diffuso sono Gran Bretagna, Stati Uniti, Messico e Canada. Claudio D’Amario, direttore generale della Asl di Pescara, non è preoccupato per il diffondersi dell’influenza suina a Pescara, ma mette sotto esame i viaggi. «Viste le buone relazioni aeree di cui dispone Pescara e vista la stagione estiva che facilita viaggi e vacanze», dice D’Amario, «ci aspettavano il primo caso di influenza. Ma la situazione è sotto controllo e i sintomi per la popolazione sono minimi».
«Per la donna si è trattato di una forma blanda di influenza», spiega Carla Granchelli, direttore del servizio di igiene e prevenzione della Asl pescarese e che, insieme, al comitato pandemico nato proprio all’interno dell’azienda ospedaliera, si occupa di valutare i casi, di eseguire le analisi in laboratorio, di confermare o meno la presenza della febbre e di inviare i campioni all’Istituto superiore di sanità di Roma. Un protoccolo che, nel caso della donna colpita dall’influenza, ha messo in moto le misure previste: l’esame del tampone e l’isolamento in casa, la scelta prevista per quei pazienti meno debilitati. A casa, la donna, è stata sottoposta alla terapia di sostegno antivirale e ha comunicato per due volte al giorno ai medici il suo stato febbrile fino alla guarigione.
La febbre suina si manifesta con i classici sintomi dell’influenza: febbre, dolori muscolari, mal di gola. I Paesi in cui il virus è più diffuso sono Gran Bretagna, Stati Uniti, Messico e Canada. Claudio D’Amario, direttore generale della Asl di Pescara, non è preoccupato per il diffondersi dell’influenza suina a Pescara, ma mette sotto esame i viaggi. «Viste le buone relazioni aeree di cui dispone Pescara e vista la stagione estiva che facilita viaggi e vacanze», dice D’Amario, «ci aspettavano il primo caso di influenza. Ma la situazione è sotto controllo e i sintomi per la popolazione sono minimi».