PESCARA

Investita sulle strisce, Sofia lotta per la vita

5 Dicembre 2024

La 15enne sottoposta a una delicata operazione neurochirurgica ma è ancora in prognosi riservata. Il racconto dei soccorritori: “È stata fondamentale la velocità d’intervento”

PESCARA. Non molla, resta aggrappata alla vita. È forte Sofia, studentessa di 15 anni del liceo scientifico Maior. Travolta martedì da un Suv, poco dopo le 13, era appena uscita da scuola e stava attraversando sulle strisce pedonali per raggiungere il padre dall’altro lato della carreggiata e andare a casa. Da due giorni Sofia continua a lottare in ospedale. La prognosi rimane riservata e i medici non si pronunciano, ma il quadro clinico è grave. Ieri, la ragazzina ha superato un delicato intervento neurochirurgico, poi è stata riportata nel reparto di rianimazione dell’ospedale Santo Spirito. Ad aspettarla ci sono i suoi genitori e il fratello più grande. E poi c’è l’ondata di affetto dei compagni della 3ªA del Maior, delle insegnanti e della sua squadra di pallavolo Under 16. Ma fuori dalle porte dell’ospedale, c’è un’intera città che fa il tifo per lei.

Le condizioni della ragazzina sono apparse fin da subito molto gravi, l’impatto violento con il Suv guidato da un commercialista di Francavilla, 41 anni, ha scaraventato la 15enne a terra priva di sensi. Pochissimi giri di orologio, e l’ambulanza del 118 era già sulle strisce pedonali di via Falcone e Borsellino. Se la ragazza è ancora aggrappata alla vita, è soprattutto grazie alla rapidità d’intervento dei soccorritori e al massaggio cardiaco che le hanno applicato durante  tutto il trasporto verso l’ospedale.

“Una ragazzina che esce da scuola e viene travolta da un’auto, ti fa rimanere interdetto. Ma con questo lavoro fai davvero i calli con le brutte storie”, raccontano i soccorritori. Per i tre, non ci sono eroi o angeli del soccorso: “Noi siamo solo dei professionisti che si formiamo continuamente per raggiungere certi risultati e garantire la massima qualità al paziente”, prosegue l’infermiere. “Dietro a un evento del genere, solo al termine del turno riesci a metabolizzare l’accaduto, quando sei in ambulanza pensi solo al paziente, a prestare le migliori cure che possiamo dare e al trasporto in ospedale”, prosegue il direttore Soldano.