Isola pedonale il fronte del sì avanti con 290 voti
Ma i commercianti dicono no: sarebbe un’“isola funerale” Ok dagli ambientalisti: in città manca una passeggiata
MONTESILVANO. Se la decisione spettasse ai lettori del Centro l’isola pedonale a Montesilvano già da domani sarebbe realtà. Ma se invece dipendesse dai commercianti allora il progetto di pedonalizzazione sarebbe morto prima ancora di nascere. Di certo c’è che l’idea del sindaco Attilio Di Mattia, che vorrebbe bandire le auto dall’area di via San Pietro, via San Domenico, via San Francesco fino alla stazione ferroviaria e corso Strasburgo, fa discutere. Come dimostra anche il numero dei tagliandi inviati dai lettori del Centro per partecipare al referendum sulla proposta. Finora sono arrivati 411 tagliandi, 290 favorevoli e 121 contrari. Il fronte del sì, quindi, che fino a questo momento è sempre stato avanti, resta in vantaggio. Ma il referendum è ancora aperto e lo sarà fino al 31 gennaio, quando verrà pubblicato l’ultimo tagliando utile per votare.
Intanto, però, la proposta del sindaco ha riaperto il dibattito in città su un progetto che già le precedenti amministrazioni avevano accarezzato. E sull’idea di Di Mattia i montesilvanesi si sono divisi. I commercianti si dicono favorevoli all’isola pedonale come provvedimento teorico, ma diventano assolutamente contrari quando dalla teoria si passa alla pratica.
«Io sono favorevole al concetto di isola pedonale, ma non certo lì. In quella zona non si può fare niente perché è il deserto del mondo», dice Bruno Peca, storico operatore del commercio in città. «L’isola pedonale si fa perché la gente ci vada a spasso, ci vogliono le vetrine, i negozi. Lì non c’è nulla, solo il Comune. Se lei ci passa la domenica non vedrà due persone insieme neanche a pagarle. Montesilvano deve ripartire da corso Umberto».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche i commercianti del Comitato piazza Diaz. «Le isole pedonali», spiegano gli operatori, «vanno fatte dove ci sono storia e monumenti, come a Pescara vecchia, non in questa zona.Qui non ci sono strade, non ci sono parcheggi, non ci sono vetrine. E la sera la piazza si riempie di giovani che bevono. Non si può chiudere alle auto una zona simile. Altro che isola pedonale, sarebbe un’isola funerale».
Tra gli abitanti di Montesilvano, però, c’è anche chi la vede in maniera opposta e pensa che l’isola pedonale potrebbe anche stimolare la nascita di qualcosa che oggi non c’è. «A me non sembra affatto una cattiva idea», dice Antonella Agostini, che è anche responsabile della Lav (Lega antivivisezione), «anche perché proprio di fronte al Comune c’è una scuola. Per i bambini, una zona senza auto non sarebbe male».
Di fronte alle paure di chi reputa che l’isola pedonale potrebbbe scoraggiare la gente dal frequentare la zona a piedi, la Agostini porta l’esempio di Pescara: «Non credo che a Pescara i commercianti abbiano risentito dell’isola pedonale, anzi. E la zona è migliorata molto: una volta via Firenze era una camera a gas».
Secondo Agostini, anzi, l’isola pedonale potrebbe essere l’occasione per Montesilvano di avere qualcosa che le manca: «questa è sempre stata una città dormitorio. Se uno vuol far e una passeggiata va a Pescara. Qui non c’è una piazza, una zona di aggregazione. Dalle parti del Comune ci vai solo se devi sbrigare delle commissioni. L’isola pedonale invece potrebbe essere l’ncentivo a creare quel passeggio che manca alla città». ©RIPRODUZIONE RISERVATA