L’Aquila avvolta dalle note con la Festa della musica
Folto pubblico alla Cartiera per ascoltare i grandi dell’800 e tanto Mozart
di Michela Corridore
All’interno dell’antica Cartiera del Vetoio le note dei grandi artisti della musica del XIX secolo si mescolano al fruscio delle foglie appena mosse dal vento, in una caldissima giornata di giugno che spalanca le porte all’estate. Il cinguettare degli uccelli si confonde con lo scorrere dell’acqua a fianco all’antica palazzina. Sembra che il tempo si sia fermato dentro l’edificio quattrocentesco dell’Aquila che ospita la Festa europea della musica, dove una vetrata sul pavimento lascia intravedere il fiume Vetoio che lo attraversa.
Sono lontani i rumori e gli odori dell’Aquila squassata dal sisma nel parco naturale che abbraccia l’antico fabbricato industriale. Ecco perché qui «a musica è vita», come suggerisce Walter Tortoreto, docente di musicologia dell’Università aquilana, che affida ad una massima di Alberto Savinio l’apertura della lunga giornata: un cartellone fitto di appuntamenti, realizzato a proprie spese dai Solisti Aquilani e dalla Società dei concerti Barattelli, in collaborazione con l’Ateneo del capoluogo e il Conservatorio Casella.
«Se la musica è vita», commenta Tortoreto, « questa festa è la festa di tutti noi, della nostra identità. Nella musica si combinano l’intelligenza umana e la sfera emotiva. Perché la musica è creata con il cervello, ma nasce dall’anima». Ad ascoltarlo c’è un folto pubblico: amanti della musica e curiosi che in materia non sono poi molto preparati. Ma non importa: «La musica è per tutti. Dal cuore ai cuori», aggiunge Tortoreto, lasciandosi lusingare da un’altra citazione, questa volta di Beethoven, prima di dare la parola alle note.
E l’esordio è affidato al genio di Salisburgo: il Trio Mariozzi, Servilio, Chimini esegue “Kaegelstadt”, il cosiddetto "Trio dei birilli" di Wolfang Amadeus Mozart. A seguire tre romanze dai “Dodici pezzi per clarinetto, viola e pianoforte” di Robert Schumann. Francesco Mariozzi al violoncello e Gerardo Chimini al pianoforte per "L’arpeggione" di Schubert.
Poi ancora una volta dalle note alle parole: «Storie di acqua e di vita», su iniziativa di Anna Rita Frattaroli, docente di Geobotanica, e di Pierantonio Tetè, docente di Ecologia animale all'ateneo dell'Aquila. La terza parte del viaggio musicale inizia alle ore 16, con il Warhol Piano Quartet, che propone partiture di Mozart, Malher e Walton.
Alle ore 18.30 c’è la presentazione di “Nur”, opera di Marco Taralli dedicata a Celestino V, che verrà eseguita in prima mondiale il 21 luglio a Martina Franca.
Ancora musica, a partire dalle 19,30, in compagnia di Lindita Hiscu, soprano e Sabrina Cardone, pianoforte. “L’Aria da camera italiana”, alle ore 21, è dedicata ai maggiori autori italiani del XIX secolo, Bellini, Donizetti, Verdi e Rossini. Protagonisti Federica Realino, Giada Masi, Lorenzo Gentile, Alberto Martinelli, voci, e Fabrizio Carradori, pianoforte, con la collaborazione della classe di canto del maestro Antonella Cesari del conservatorio Casella.
«Un cartellone che ci è costato mesi e mesi di preparazione», spiega Maria Pelliccione, della segreteria artistica organizzativa dei Solisti, «oltre che una spesa di circa 2300 euro, per la quale non siamo stati aiutati dagli enti locali». Un cruccio che t. uttavia sembra quasi dimenticato in questo angolo del 1400, tra le musiche dei maggiori artisti di tutti i tempi, dove persino l’afa esterna è mitigata dalle spesse mura antiche e le note sembrano parlare a tutti: giovani che si accapigliano sull’interpretazione dei brani e anziani che li guardano col sorriso. Dal cuore ai cuori.
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