l’appello

L’associazione invalidi: «La nostra Tari è troppo cara»

PESCARA. Il rischio è quello della chiusura, se la Tari, il tributo comunale relativo al recupero e allo smaltimento dell’immondizia, non verrà ridotta. È l’appello che arriva dall’Associazione...

PESCARA. Il rischio è quello della chiusura, se la Tari, il tributo comunale relativo al recupero e allo smaltimento dell’immondizia, non verrà ridotta. È l’appello che arriva dall’Associazione mutilati e invalidi di guerra, che ha sede in piazza Santa Caterina da Siena, presieduta da Giuseppe Agus. L’invito al Comune affinché abbassi le tariffe della Tari per le associazioni, arriva da chi è ospitato permanentemente e gratuitamente nella sede dell’associazione, ovvero dal presidente di un’altra associazione, la Nastro azzurro, Camillo Savini, il quale si fa latore delle istanze dell’associazione al cui vertice è Giuseppe Agus.

«L’associazione si regge con pochi contributi», mette subito in rilievo Savini. «Il problema ora degli associati del gruppo dei mutilati ed invalidi», continua Savini, «è costituito dal passaggio che si è avuto con la trasformazione della Tarsu in Tari». Savini, tra l’altro, è ex consigliere provinciale del Pdl e presidente provinciale dell’Unione monarchica italiana. «Infatti», sottolinea, «questo transito da un tipo di tributo all’altro ha comportato un aumento notevole di spesa per l’Associazione dei mutilati». «Mi risulta che se prima pagavano 400 euro per la Tarsu», ha ricordato, «ora invece sono arrivati a versare ben 1.000 euro. Purtroppo il calcolo della Tari viene effettuato sull’ampiezza dei locali, ma l’associazione non produce un quantitativo proporzionale di immondizia».

«Pertanto», conclude Savini, anche per conto dell’Associazione mutilati ed invalidi, «sono a chiedere al Comune un abbattimento delle aliquote relative alla Tari per le associazioni. Il destino, altrimenti, è la chiusura di esse».

Vito de Luca

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