INCENDIO NELLA CLINICA
L’ultima pista degli investigatori: il rogo appiccato da un paziente
Città Sant'Angelo: raccolte le testimonianze per ricostruire la tragedia a Villa Serena costata la vita a due ricoverati
CITTA' SANT'ANGELO. Continuare ad ascoltare tutti coloro che possono dare un contributo alle indagini. Ed esaminare la documentazione raccolta. Si muove su questi binari l’attività dei carabinieri della compagnia di Montesilvano, impegnati a ricostruire fatti e responsabilità sull’incendio che si è sviluppato lunedì sera a Villa Serena, in uno spazio della struttura che ospita i malati psichiatrici, al primo piano di un edificio separato rispetto a quello della clinica, e distante quasi un chilometro.
Due pazienti sono morti carbonizzati, mentre un terzo è stato estratto in tempo da un’infermiera e l’intervento dei vigili del fuoco di Pescara e Montesilvano ha evitato che le fiamme raggiungessero anche altre stanze. In questa prima fase, gli investigatori sono portati a ritenere che le fiamme siano state appiccate da uno dei ricoverati, non necessariamente volontariamente, ma con il passare delle ore e dei giorni il quadro può cambiare.
Gli uomini dell’Arma, coordinati dal capitano Luca La Verghetta, stanno ricostruendo le modalità di vita dei pazienti in quella struttura, dove «si fumava pur essendo vietato, nonostante gli operatori informassero i degenti del divieto», ha sottolineato il sindacalista Leonida Mazza. E se dovesse essere confermato che è scoppiato tutto per colpa di una sigaretta, di un accendino o di un fiammifero, si dovrebbe comunque risalire al responsabile del rogo. Una indicazione più precisa, sulla causa del rogo, è attesa dai vigili del fuoco del Nucleo investigativo antincendio (Niat), arrivati dall’Aquila per passare al setaccio l’area dell’incendio, finita sotto sequestro, e cercare di risalire all’innesco. La loro relazione dovrebbe arrivare lunedì, dopodiché è attesa l’autopsia sui corpi dei due pazienti.
Altre, invece, le eventuali responsabilità in capo al personale, che possono riguardare aspetti diversi, legati ai controlli e alle verifiche. Sono stati proprio gli addetti del reparto, l’altra sera, a mettere in salvo i presenti mentre non è stato possibile estrarre dalla stanza Amerigo Parlante e Domenico Di Carlo, morti carbonizzati nei letti che occupavano, avvolti da fiamme e fumo.