La Fials: Pronto soccorso, serve un filtro
Il sindacato della sanità: bisogna riorganizzare l’assistenza a Penne e Popoli per evitare code a Pescara
PESCARA. «È assurdo che la Asl non riesca a far funzionare il Pronto soccorso dell’ospedale di Pescara a fronte di circa 72 infermieri, quaranta oss e trenta medici più la logistica». Sul sovraffollamento del Pronto soccorso con pazienti in attesa per ore e ore, interviene anche il segretario regionale della Fials Gabriele Pasqualone che chiede una riorganizzazione dell’assistenza sanitaria, a Penne e Popoli, per evitare disagi a Pescara.
«Tutti sanno, fuorché i responsabili dell’organizzazione dell’assistenza, che solo Pescara e Montesilvano nel periodo estivo arrivano a superare i 200mila residenti. Se aggiungiamo che vengono al Pronto soccorso di Pescara anche cittadini da paesi limitrofi, è facile capire come a tutto questo non possa rispondere solo il Pronto soccorso di Pescara. Da tempo sosteniamo inascoltati», dice Pasqualone, «che il problema maggiore è che nelle periferie, a livello territoriale di Penne e Popoli, non funzionano come dovrebbero funzionare i Pronto soccorso». Pasqualone spiega: «Se un paziente viene soccorso a Caramanico o a Civitella Casanova non è corretto che lo stesso paziente arrivi all’ospedale di Pescara. Ma perché questo avviene? Perché Popoli e Penne non funzionano come dovrebbe funzionare: ad esempio, a Penne non c’è il radiologo la notte; non ci sono i neurologi; non c’è l’urologo. Quindi, nel momento in cui c’è una criticità, anche piccola, il paziente viene portato a Pescara e allora anche lui va a congestionare il Pronto soccorso. Fino a quando non si potenzieranno con le opportune figure i Pronto soccorso “periferici”, i pazienti continueranno ad essere portati a Pescara».
La Fials propone una prima struttura di filtro a Montesilvano: «È urgente», dice Pasqualone, «mettere un punto di primo soccorso a Montesilvano e in altre zone strategiche territorialmente, per “fermare” il flusso per Pescara almeno delle piccole problematiche che potrebbero essere risolte lì. Non ci vuole molto a comprendere», conclude il segretario Fials, «che qualora si attivassero le figure e le diagnostiche mancanti non ci sarebbero “viaggi” sino a Pescara».