La Stella Maris è un rifugio per disperati

L’ex colonia marina dovrebbe essere chiusa e recintata, ma è invece un albergo clandestino per senza tetto

MONTESILVANO. Materassi distesi uno a fianco all'altro, fili di nylon che attraversano le stanze utilizzati per stendere il bucato e un via vai di persone che entrano ed escono dalla struttura senza alcun impedimento. Appare così oggi la Stella Maris, l'imponente struttura che si affaccia sul mare divenuta negli ultimi anni di abbandono dimora per i senza tetto e i clandestini. È all'interno delle sue ampie stanze vista mare, deturpate da cumuli di rifiuti, odori nauseabondi e scritte sconce sulle pareti, che gli "invisibili" della società trovano un riparo per la notte o un guardaroba per i propri effetti personali nel corso delle giornate.

Africani ed europei condividono gli immensi spazi dell'edificio a forma di aeroplano, così trascurato dalle amministrazioni, che poco hanno fatto negli anni per salvarlo dal degrado in cui si trova, ma decisamente apprezzato dai senza tetto di tutte le nazionalità che nel corso degli anni hanno abitato le sue stanze e continuano a farlo. L'edificio, più volte sgomberato e ristrutturato negli anni scorsi, dovrebbe essere chiuso eppure le porte d'accesso sono aperte e gli "inquilini" che lo abitano si comportano come se si trattasse di un grande ostello aperto a chiunque, senza alcun timore.

Entrando nella struttura stupisce, infatti, notare come non ci sia alcun fuggi fuggi; al contrario gli ospiti dell'improvvisato hotel continuano a svolgere le proprie attività noncuranti della presenza di sconosciuti. Così mentre un giovane nordafricano fa con disinvoltura i suoi bisogni nel giardino e un altro dall'abbigliamento giamaicano si affaccia alla finestra incuriosito dalle voci, un ragazzo esce dalla struttura in sella alla sua bicicletta e due uomini dell'Europa dell'est, che chiedono di non essere fotografati, continuano a circolare all'interno delle stanze adibite a stendi biancheria con assi di legno inchiodati alle pareti e fili di nylon. Difficile stabilire quante persone abitino all'interno dell'edificio ma sono cinque gli uomini presenti intorno all'ora di pranzo e molti i materassi provvisti di coperte e sacchi a pelo e disposti in maniera ordinata all'interno delle numerose stanze, che svelano altrettanti ospiti notturni.

La Stella Maris, costruita in appena 9 mesi ed inaugurata il 10 settembre 1939, è attualmente oggetto di contesa tra la Provincia di Pescara, da dieci anni proprietaria dell'immobile ricevuto a sua volta gratuitamente dalla Regione, e il Comune di Montesilvano, il cui sindaco Attilio Di Mattia si sta battendo per ottenere l’edificio ed avere la possibilità di restituirlo a una nuova vita. Il progetto del primo cittadino è quello di trasformare la Stella Maris in un grande centro turistico e culturale, all'interno del quale potrebbero trovare spazio anche diversi uffici comunali. Richiesta finora bocciata dalla Provincia, che garantisce un pronto intervento sulla struttura ma che esclude di poterlo cedere al Comune. Eppure l'amministrazione comunale è ben determinata ad andare avanti tanto da aver indetto per domani mattina alle 9, nell'area antistante l'edificio, un consiglio comunale straordinario per discutere proprio la richiesta di trasferimento della Stella Maris da un ente all'altro (oltre alla convalida dell'elezione del consigliere comunale Claudio Daventura in sostituzione di Lorenzo Silli, così come stabilito dal Tar). Il consiglio, trasmesso anche in questa occasione in diretta streaming, si svolgerà nell'ampio spazio sul lato sinistro dell'edificio, ritenuto il più idoneo da un sopralluogo effettuato dai tecnici del Comune. In vista della seduta dell'assise civica in questa insolita sede sull'argomento è intervenuto anche il consigliere di Montesilvano Futura, Ernesto De Vincentiis. «In talune situazioni la politica non può dividersi», sostiene in una nota, «maggioranza e opposizione non possono e non devono trovarsi su posizioni diverse, possono magari dibattere sul risultato finale, di certo devono unanimemente trovare accordo per dirimere una situazione da troppi anni irrisolta». Nel garantire il personale contributo in tal senso dell'opposizione, De Vincentiis affronta anche il futuro della Stella Maris sostenendo che «qualsiasi idea progettuale sull'uso finale dell'immobile non può non tener conto di quella che è la vocazione principale della città», ovvero il turismo.

Antonella Luccitti

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