Le associazioni: un tavolo per calmierare i prezzi
Gli addetti ai lavori chiamano a raccolta l’unione piccoli proprietari, ma anche agenzie immobiliari e istituzioni: nessuna riduzione se non si abbassa l’Imu
PESCARA. «Dopo un’ora e mezza di trattativa con il proprietario dei locali sul prezzo dell’affitto, ce l’ho fatta a ottenere qualcosa, ma è dura comunque». Francesca Di Masci parla dal suo negozio «White shark» di via Venezia dove è anche presidente dell’associazione dei commercianti. «Qui abbiamo già perso parecchie attività, l’ultima è Full box. La verità è che tra il calo dei fatturati, le promozioni 12 mesi l’anno e l’aumento delle tasse, soprattutto dei costi bancari, la forbice si è ridotta troppo. Di fronte a questa emergenza, l’unico modo per mantenere i locali aperti è trattare con l’Uppi, l’unione dei piccoli proprietari, per aprire una negoziazione sugli affitti, per calmierare i prezzi. Tenendo presente», fa notare Di Masci, «che comunque bisognerebbe dargli qualcosa in cambio, a cominciare dall’abbassamento dell’Imu. È anche su questo tema che bisogna sedersi a un tavolo con i proprietari degli immobili e non solo. A meno che non si voglia girare in una città fantasma. Perché è a questo che si sta andando incontro, non ci sono più margini per dare lavoro e succede quello che sta già succedendo: via i commessi, restano solo i titolari».
«Qualche proprietario sta iniziando a capire», dice Fabrizio Corazzini, presidente dei commercianti di via Roma e dei portici dove ha sede il suo negozio, «io stesso ho ottenuto una riduzione sull’affitto di circa il 30 per cento. Ma il probolema è più ampio, perché se per noi la voce affitti non regge più, al tempo stesso i proprietari degli immobili sono gravati da tasse sempre più onerose a cominciare dall’Imu. E soprattutto quelli che hanno più locali non cedono alle riduzioni che stiamo reclamando. Per questo come associazione stiamo programmando un incontro con i piccoli proprietari, ma anche con gli amministratori di Comune e Provincia e le agenzie immobiliari. Perché con questi prezzi esorbitanti saremo costretti ad andarcene lasciando il centro cittadino alle banche e alle grosse catene».
«Con l’Uppi abbiamo già parlato l’anno scorso», spiega Gianni Taucci, direttore provinciale di Confesercenti, «ed è servito a poco. Quello che faremo entro una decina di giorni, è aprire uno sportello per raccogliere informazioni sui singoli contratti di affitto e avviare un incontro tra le parti per verificare se ci sono le condizioni per abbassare le richieste. Servono riduzioni del 30 per cento. Così si sta rischiando l’abbandono in massa di alcune zone da parte dei commercianti, compromettendo l’equilibrio sociale, commerciale ed economico della città. Gli stessi proprietari, perdendo i negozianti, rischiano di non riaffittare più i loro locali».
(s.d.l.)
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